Ai microfoni di SuperNews è intervenuto Federico Pasquini, general manager della Dinamo Sassari, squadra di basket che milita nel campionato di Serie A e che al momento si trova seconda in classifica. Abbiamo posto al nostro ospite alcune domande relative al percorso svolto fino ad ora dal club sardo, ai futuri appuntamenti di campionato e di Basket Champions League e alle eventuali operazioni di mercato. Inoltre, Pasquini si è espresso sugli obiettivi stagionali che la Dinamo si è prefissata di raggiungere.
Ieri, all’Allianz Dome di Trieste, la Dinamo ha battuto il Trieste per 103 a 82. Quanto è importante questa vittoria? Cosa maggiormente l’ha favorita?
E’ una vittoria molto importante, dal momento che giochiamo in un campionato in cui le squadre si trovano vicine in classifica, per questo motivo ogni partita ha un peso specifico incredibile. Questo peso specifico diventa ancora più importante se si vince fuori casa contro una squadra che viene da 4 vittorie consecutive e da un momento estremamente positivo. Per questo motivo, siamo molto contenti, stiamo giocando bene e al momento siamo gli unici al secondo posto. Di meglio non potevamo aspettarci. Negli ultimi due mesi, la Dinamo è cresciuta tanto e ha acquisito molta consapevolezza. Ieri tutto questo si è visto, dal momento che abbiamo avuto su Trieste un margine abbastanza alto, anche quando i nostri avversari si sono avvicinati e sono arrivati a -9, momento in cui la Dinamo ha giocato con una maturità che le ha permesso di chiudere la partita.
In campionato, la Dinamo è ora seconda a quota 22 punti. E’ l’occasione giusta per staccarsi da altri club che orbitano intorno alla seconda posizione? In quale squadra vedete una potenziale rivale diretta?
Ci saranno tantissime partite tra campionato, Champions League e Coppa Italia. A causa del Covid ci sono diverse squadre che devono recuperare delle partite. Noi dobbiamo fare una corsa soltanto con noi stessi: dobbiamo continuare ad essere costanti nei risultati. Credo che sia importante conquistare un posto tra le prime quattro posizioni, perché questo ti consentirebbe di giocare un playoff che potrebbe aiutarti. Senza menzionare Milano, che sembra giocare un campionato a parte, noi, Brindisi, Venezia, Virtus Bologna siamo tutte squadre con tanta qualità e profondità di roaster. Per questa ragione, saranno i piccoli dettagli a fare la differenza. E’ ancora presto per parlare di “corsa”. Al momento, dobbiamo concentrarci su di noi e crescere sempre di più, avendo grande consapevolezza dei nostri mezzi.
Career high per il vostro attaccante Marco Spissu, che nella partita di ieri ha messo a segno ben 28 punti. Vi aspettavate una prestazione simile?
Marco sta facendo un grande campionato. E’ un giocatore con tanta qualità e l’allenatore ha piena fiducia in lui. E’ il leader della Dinamo dal punto di vista tecnico. Da Spissu ci aspettiamo sempre qualcosa di positivo. Inoltre, è un giocatore in grado di far “respirare” la squadra. Per il secondo anno è playmaker della squadra, sta migliorando sempre di più. Certo, 28 punti sono tanti, ma siamo abbastanza abituati all’ottimo rendimento di Spissu. Ha dimostrato il suo valore anche nel match contro il Galatasaray.
Con la vittoria contro il Galatasaray vi siete qualificati agli ottavi di Basket Champions League, secondi con 10 punti sotto il Tenerife. C’è un club che sperate di non incontrare in BCL?
La Champions League in questo momento diventa competitiva a prescindere dalle squadre che incontri. Sono tutti club forti. Credo che tutto dipenda dalla condizione del tuo avversario in quel preciso momento. L’anno scorso siamo stati molto sfortunati a sorteggiare il Burgos, che ha dato prova del suo valore vincendo il torneo. Staremo a vedere. Adesso pensiamo a noi e a lavorare bene. Inoltre, siamo affascinati da questa nuova formula della Basket Champions League, perché le prime due squadre di questi quattro gironi disputeranno una Final Eight, sul modello della Coppa Italia. Ci farebbe piacere vivere quest’esperienza.
Ci sarà un mercato di riparazione?
L’unico cambio voluto dalla società è stato quello di Ethan Happ al posto di Tillman. Ad eccezione di questo, gli altri sono stati obbligati, dal momento che sono stati dettati da infortuni. Non abbiamo cambiato il senso del nostro gioco, sono state rispettate e mantenute le gerarchie di squadra.
L’assenza dei tifosi incide sulle prestazioni?
All’inizio dell’anno sì, l’abbiamo sofferta. Ci si rende subito conto di quanto l’atmosfera sia completamente diversa. I primi mesi sono stati abbastanza traumatici. Tuttavia, ci siamo quasi abituati a giocare in palazzetti vuoti. Sembra quasi che adesso vedere qualcuno che assiste al match sia insolito, sia strano. La situazione sembra essersi ribaltata. E’ triste da dire, ma con questa pandemia ci siamo abituati a schivare l’altro. Tutto questo spaventa, per questo spero si ritorni quanto prima ad una condizione di normalità, a rivivere quell’atmosfera da 10.000 persone. Ci sono tanti giocatori di Eurolega che soffrono tantissimo l’assenza dei tifosi, che attendono di ritrovare quel contatto e quell’energia che sui fuoriclasse può fare la differenza.
Qual è l’obiettivo della Dinamo Sassari per questa stagione?
Noi siamo una squadra molto ambiziosa, ma non iniziamo mai una stagione con l’ossessione di vincere necessariamente una certa competizione. Tuttavia, abbiamo sempre voluto dimostrare che noi ci siamo, che siamo un club ambizioso e che vogliamo giocarcela con tutti. Non abbiamo timore di nessuno e abbiamo grande rispetto per tutti i nostri avversari. Altri club, come Venezia, Bologna, Milano, hanno grandi possibilità di investimenti e risorse economiche alle spalle. Io credo che dove non si possa arrivare con la forza economica si possa arrivare con la forza delle idee, quella che ti permette di fare la differenza. Nella Dinamo i giocatori possono fare quel passo in più per accedere all’Europa che conta. Per noi è motivo di grande vanto vedere ciò che stanno facendo tutti i giocatori che sono passati da Sassari. Loro ci hanno dato tanto e noi abbiamo tanto a loro. Questa è un po’ la nostra filosofia, andiamo avanti in questa direzione, dal momento che questo modo di pensare ci ha portato ad ottenere quello che abbiamo ottenuto fino ad oggi.
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