Fabio Mian: Non so se rimarrò a Trento anche l’anno prossimo

Le parole di Mian a Basket dalla Media

Fabio Mian, guardia della Dolomiti Energia Trento, si è raccontato nella diretta Instagram condotta da Marco Barzizza su Basket dalla Media. L’annata trascorsa e le speranze con l’Aquila, l’arrivo e la presenza importante di Ale Gentile e la speranza che questo periodo possa portare a vedere qualche giovane italiano in più in Serie A.

La stagione di Trento e come sarebbe potuta finire.
“Stavamo trovando la quadra, nel ritorno andavamo bene, abbiamo battuto anche Sassari e Brescia, squadre più forti di noi sulla carta e da classifica. Molto realisticamente potevamo riagganciare i primi 8 posti, chiudendo dentro alla zona playoff. Poi li sarebbe iniziato un altro campionato”.

Qual è stato il momento in cui è cambiata la stagione di Trento?
“Ci siamo risollevati nel passaggio turno della coppa (Eurocup), stavamo un po’ arrancando. Il sorteggio non ci ha aiutato, abbiamo trovato squadre decisamente più forti di noi come Virtus Bologna, Partizan e Darussafaka. Dal momento in cui poi è andata meno bene la coppa però abbiamo risollevato il campionato, trovando migliori rotazioni. Tra me e King ad esempio, c’era molta alternanza e alla fine, togliendone uno – per fortuna l’altro (dice ridendo, ndr) – veniva tutto un po’ più naturale e i risultati sono arrivati”.

Differenze tra Buscaglia e Brienza.
“Buscaglia più sistematico: nella gestione, nel modo di giocare; erano tanti anni che usava quella filosofia e continuava a funzionare quindi giustamente la cavalcava. Brienza era al primo anno intero da capo allenatore quindi aveva un atteggiamento diverso. Cercava più di entrare in empatia con i giocatori e provava a modificare il modo di giocare in base alle caratteristiche degli stessi, un po’ meno rigido diciamo, ma non in maniera negativa”.

I tifosi ti rivorrebbero a Trento.
“Non so se rimarrò anche l’anno prossimo, ora è prestissimo per poterlo sapere, vista la situazione attuale è ovviamente tutto fermo”.

Che ricordi hai di Pistoia?
“A Pistoia si era creato un bellissimo gruppo di italiani, tutti giovani cestisticamente parlando (dice ridendo, ndr); con Della Rosa, Gaspardo, Laquintana, ci siamo divertiti molto sia dentro che fuori dal campo”.

L’arrivo di Ale Gentile, l’effetto sulla piazza.
“E’ stato un boom: un grande nome, un grande giocatore di cui Trento aveva bisogno, da piazza consolidata quale è diventata. E’ stata la ciliegina sulla torta. Io lo conosco da tanto quindi sapevo che mi sarei trovato bene. E’ stata un’aggiunta positiva. Lui secondo me quando è in campo può fare quello che vuole, dipende solo da lui. In Polonia ne ha fatti 40, in serenità. Ha un talento devastante, fisicamente e tecnicamente. Ci ha dato una grossissima mano; il passaggio del turno in coppa è molto merito suo con quella partita in Polonia”.

Quando e come sarà la ripartenza?
“Sul quando penso possa essere anche in settembre, ottobre. E’ il come che sarà problematico. Facile che si inizi coi palazzetti vuoti, che comunque secondo me ha più senso che iniziare a gennaio col palazzo pieno. La stagione ha bisogno della sua regolarità, nei panni degli atleti è più importante avere un certo tipo di programmazione. Per gli spettatori ovvio che non sarebbe un bene, ma sarebbe assurdo iniziare a gennaio, vorrebbe dire far passare 10 mesi dall’ultima partita e poi il calendario sarebbe tutto scombinato con le coppe; si falserebbe sicuramente il prossimo campionato. Il timore di andare al palazzo ci sarà, ci vorrà attenzione nel modo di vivere anche nell’approcciarsi alle cose più banali”.

Più spazio agli italiani?
“Sarebbe bello se questo momento diventasse un’occasione per cambiare qualcosa e che ciò portasse gli italiani giovani e bravi ad avere più spazio in Serie A. Le squadre top non avranno problemi nel reclutamento degli americani, anche perché c’è la possibilità che in America stiano peggio di noi e che quindi i giocatori potranno muoversi; ma non è nemmeno facile pensare ora a come sarà”.