Ettore Messina ad Area 52: Penso sia molto positivo. Forse c’è un inizio di comunicazione

Ettore Messina ad Area 52: Penso sia molto positivo. Forse c’è un inizio di comunicazione

Ettore Messina è stato protagonista ad Area 52, con un intervento di una mezz’ora circa, in cui ha toccato svariati temi

Ettore Messina è stato protagonista ad Area 52, con un intervento di una mezz’ora circa, in cui ha toccato svariati temi. Ovviamente incentrati soprattutto sull’Olimpia Milano, ma anche sulla situazione politica dell’Eurolega ed una chiosa finale su un grande sogno del mercato.

 

 

 

La nuova stagione in Eurolega: “La cosa quest’anno sorprendente: di solito si poteva perdere in trasferta e vincere in casa, ma questa tendenza è cambiata ulteriormente. Ora il fattore campo salta continuamente. Secondo me è legato al fatto che non ci sono più le squadre russe ed un grande numero di quei giocatori ha rinforzato le altre squadre. Con un maggior numero di giocatori esperti, che non gli viene l’ansia se va sotto di 10 in trasferta. Poi l’altra cosa, che vedo positivamente, mi sembra gli arbitri vanno in campo e, anche se ci sono 20.000 persone, quello che vedono fischiano. Poi fanno gli errori, ma c’è un controllo della partita deciso. Forse si portano avanti questa mentalità dai due anni di competizione a porte chiuse”.

La nuova Olimpia con sei giocatori nuovi e una presenza importante in post. Come va il lavoro per cercare equilibrio in spazi nuovi? “Quest’anno abbiamo, grazie a Brandon, una presenza maggiore, già avuta con Melli nelle finali del campionato 2022. Dobbiamo lavorare in quella direzione lì, mescolare l’uso del pick&roll con il post basso o l’uscita dai blocchi per un tiratore come Brandon. Abbiamo molto da lavorare”.

L’impatto di Pangos e Davis: “Credo abbiano molti margini di crescita. Non voglio peccare di ottimismo, ma entrambi devono averli, nel capire i compagni e su cosa vogliamo fare. Hanno fatto buone cose, soprattutto nelle ultime due trasferte di Eurolega, però già ieri non sono stati brillantissimi e noi ne abbiamo risentito. Serve trovare la continuità. Brandon ha più abitudine, perché l’anno scorso ha giocato tante partite, mentre Kevin ha giocato poco a Cleveland e poi per niente al Cska. Deve ritrovare ritmo di gioco ed abitudine ai compagni. Hanno grandi margini di miglioramento”.

Prima Pozzecco e poi Poeta da assistente: perché? “Una cosa che ho visto fare in America e mi ha molto colpito. Io non ho giocato e non ho la capacità di avvertire quello che un giocatore prova in spogliatoio o durante la partita, Gianmarco e Peppe sì. Ed hanno la capacità di mettere in relazione quella che prova il giocatore con quello che prova l’allenatore. Poi, da fuori, può sembrare più banalmente poliziotto cattivo e poliziotto buono”.

La situazione di Gigi Datome: “Speriamo Gigi aumenti a 12/13 minuti la sua disponibilità, poi a 15. E soprattutto ritrovi il ritmo partita, che ovviamente ora non ha”.

Il ruolo di Christos Stavropoulos: “Christos farà tre interviste in un anno, non vuole mai i riflettori. Ha delle grandissime qualità, una l’equilibrio che io non ho, poi è un negoziatore clamoroso. Non perde mai le staffe, conosce molto bene il mercato ed il reale valore dei giocatori, ha ottimi rapporti con gli agenti. Una persona per noi importantissima, siamo stati fortunati abbia accettato di venire. Non ha necessità di essere in prima fila, credo sia una presenza molto importante”.

Come convive un allenatore con la stampa e l’equilibrio di mettere da parte un risultato negativo: “Io sono fortunato perché ho un grande professionista come Claudio Limardi, che mi fa sapere se c’è qualcosa che devo sapere, per il resto non partecipo. Ho iniziato a farlo anni fa e mi aiuta molto. Io smetto di leggere le pagine sportive ed i social all’inizio della stagione. Sull’equilibrio, ognuno si arrangia come può, è sicuramente difficile. L’unica cosa positiva è che, dopo pochi giorni o addirittura 48 ore, giochi di nuovo. Non credo all’allenatore con calma, dignità e classe dopo le sconfitte. Nessuno perde così. Devi sperare di avere giocatori maturi e persone che ti aiutano”.

Anadolu Efes due volte campione, a caccia del tris: “Loro sono la squadra da battere. Alla squadra che avevano hanno aggiunto Clyburn, sono quelli che al 99% saranno alle Final Four con tutte le carte per giocarsela. Per le altre è una strada molto lunga”.

La questione Fiba-Euroleague e lo spostamento di Olimpia-Virtus: “Penso sia molto positivo. Forse c’è un inizio di comunicazione, sono stati fatti due gesti che sono molto più importanti di quanto possa sembrare. Con disponibilità reciproca. Non dobbiamo sminuire questo passo. Se questo porterà da qualche parte non lo so. Avremmo fatto dell’autolesionismo in cui l’allenatore della squadra campione d’Europa e del mondo doveva decidere se allenare la squadra di club o la Nazionale. Speriamo di costruirci sopra qualcosa”.

Una lega di giocatori o di allenatori? “Non siamo in America. L’Eurolega è una competizione dove ci sono allenatori, giocatori, un pubblico più caldo. La lega dei giocatori dell’NBA è legata soprattutto a motivazioni economiche, pagate in funzione al fatto che giochi LeBron o Durant e non che alleni Popovich o Spoelstra. Noi non siamo né una lega di giocatori né di allenatori. Siamo una lega equilibrata, dove c’è spazio per tutti. Dove se si ascoltano sia giocatori che allenatori, è una cosa utile. Da noi ci sono allenatori o giocatori che fanno business, come negli Stati Uniti”.

Il sogno di Danilo Gallinari a Milano: “Non ne abbiamo mai parlato. Lui ha avuto questa sfortuna clamorosa, alcuni mesi fa stava firmando un contratto pazzesco con i Boston Celtics. Poi, mi permetto di dire, speriamo questa carriera lo porti a recuperare molto bene ed a giocare il secondo anno a Boston. Poi se in salute e voglioso, credo la proprietà ascolterà con molta attenzione. La speranza è A giochi in NBA e la B che, nel caso, sia in una grande condizione per dare una grossa mano all’Olimpia”.