Edoardo Casalone, alla guida di Italbasket nella storica gara con la Serbia, si racconta a Tuttosport.
SUL POZ
«Una persona strepitosa che punta sui rapporti umani, vuole bene davvero ai ragazzi che allena. La sua preparazione tecnica è super, ma continua a studiare. È andato a fare l’assistente al Cedevita dopo l’inizio da allenatore. E dopo Sassari è andato a fare l’assistente di Ettore Messina. Scelte di uno che vuole migliorare. Salvo la breve parentesi con Esposito, è stato il mio primo coach ex campione. E ho imparato che non bastano solo le conoscenze. Gianmarco ha vissuto le esperienze in modo diretto, sa cosa provano i ragazzi. Ha sensibilità. Io ero una sorta di nerd, uno studioso della materia, ho capito che bisogna considerare altri aspetti. Mi ha aperto la mente».
SULLA FRANCIA
«La Francia la conosciamo, l’abbiamo affrontata due volte in amichevole. Ma si lavora sempre per trovare un’idea che aiuti i ragazzi. Vedere Jokic le sue qualità tecniche e di lettura è stato uno spettacolo, ancor più la difesa di Melli che quando faticavano con gli aiuti ha chiesto di provarci di più da solo. Gobert è diverso, ma intanto ha deciso la volata con la Turchia».
SULL’ITALIA
«Statisticamente l’Italia anche adesso che si è rimasti in 8 è la migliore per efficienza a difesa schierata. Ma le regole servono più che altro per stare tutti sulla stessa pagina. C’è grande senso di responsabilità sul singolo possesso e siccome sono giocatori che capiscono il basket, un errore è vissuto male. Lo stesso però avviene in attacco, dove si cerca continuamente di mettersi in ritmo».
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