L’Umana Reyer Venezia scende in campo nel turno infrasettimanale a Masnago contro l’Openjobmetis Varese. Nella consueta videoconferenza coach Walter De Raffaele analizza le insidie della partita:
“Incontriamo una delle squadre più in condizione di quest’ultimo scorcio di campionato, come dimostrano i risultati che Varese ha ottenuto, anche a discapito di squadre importantissime, che non si battono certo per caso. Credo che questo sia dovuto a un equilibrio in squadra raggiunto con l’arrivo di Egbunu e soprattutto spostando Scola nel ruolo più naturale di “4”, oltre ad avere sempre avuto grande qualità in tanti giocatori: Beane, Douglas e Ruzzier, che conosciamo benissimo.
Una squadra che gioca molto fisico e, specialmente in casa, cercando di imporre il proprio ritmo. Credo che sarà molto importante impattare il livello di energia in ogni match-up difensivo, cercando invece dall’altra parte di andare a sfruttare le nostre caratteristiche per provare a mettere in difficoltà Varese, che, come tutti in queste ultime partite, è alla ricerca di punti. Quindi una partita che si preannuncia dura e che dovremo affrontare con molta attenzione”.
Sulla condizione dei giocatori
“Isaac Fotu è ancora indisponibile, così come Michael Bramos. Avendo giocato domenica, abbiamo la stessa situazione per Gasper Vidmar senza però essersi mai allenato. In più abbiamo avuto un problema di gastroenterite per Stefano Tonut, oggi è rientrato e dovrebbe partite con noi per Varese”.
Nell’economia di squadra, in contumacia di Bramos, quanto conta per voi aver recuperato il miglior Jeremy Chappell in questo momento della stagione?
“Tantissimo, aspettavamo una partita come quella giocata con Brescia, aveva fatto bene anche contro Milano, ma quella di domenica scorsa, per completezza di prestazione in attacco e in difesa e per presenza è davvero stata di grande livello. Conta molto per lui e di conseguenza anche per la squadra perché, naturalmente, con l’assenza di Bramos diventa altrettanto decisivo.
Quanto conta la griglia playoff in questo campionato così diverso dai precedenti?
“Ho sempre sostenuto che non conta niente. Soprattutto in questo campionato dove non esiste il fattore campo e ci sono delle variabili impazzite che incidono con gli infortuni aumentati o il Covid. È un campionato aperto a qualsiasi risultato finale perché poi con i playoff si gioca un altro tipo di pallacanestro e conta e sarà fondamentale soprattutto la migliore condizione fisica e di conseguenza la migliore forma mentale con la quale si arriva”.
Quanta soddisfazione prova per aver raggiunto 300 presenze in Serie A sulla panchina dell’Umana Reyer con così tanti trofei alzati. Di fatto lei è l’allenatore più vincente di questo club.
“Più che soddisfazione sono molto orgoglioso e grato al club, nel senso che alla fine non sono cose che succedono a caso. Ho ringraziato tutti quelli che mi hanno aiutato in questo percorso. C’è grande soddisfazione, oltre alle panchine, per questa grande continuità nel club, quindi nei rapporti duraturi anche con i tanti giocatori e dunque il ringraziamento è trasversale. Questo aspetto mi inorgoglisce moltissimo, perché poi queste cose rimangono nel tempo sempre”.
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