De Raffaele: “Sono molto felice di fare parte di questo nuovo ciclo”

De Raffaele: “Sono molto felice di fare parte di questo nuovo ciclo”

È cominciata la nuova stagione della Reyer Venezia, le dichiarazioni del coach oro-granata

È cominciata la nuova stagione dell’Umana Reyer Venezia. Nell’odierna conferenza stampa di presentazione coach Walter De Raffaele ha presentato la nuova stagione sportiva della squadra oro-granata:

“Da parte mia c’è grande curiosità ed entusiasmo perché abbiamo cambiato profondamente il roster. Prima, però, permettetemi di ringraziare tutti quelli che sono stati con noi in questi anni. Dobbiamo ringraziare anche la proprietà perché nell’anno del 150esimo anno della storia del club ha voluto rilanciare un’altra sfida alle corazzate del campionato Italiano e dell’ EuroCup. Sono molto felice di fare parte di questo nuovo ciclo. Cercheremo di far divertire il pubblico, ma il primo obiettivo è quello di avere il prima possibile un’identità di squadra nonostante i numerosi nuovi arrivi. Ci vorrà del tempo, ma da parte mia c’è grande desiderio, motivazione come ho detto ai ragazzi.

Come sempre cercherò di adattare il gioco alle caratteriste dei giocatori che si hanno a disposizione. È naturale che ci sia una filosofia di base che mi ha sempre contraddistinto. Chiaramente, solo quando avrò i giocatori a disposizione, li potrò allenare giornalmente e capirò le varie sfaccettature di ognuno di loro. Quest’anno, più di altri anni sarà importantissima questa fase di studio per mettere a proprio agio i giocatori. Sicuramente sarà una pallacanestro più di ritmo, di contropiede e di situazioni in campo aperto, perché le caratteriste dei nuovi arrivati si prestano molto a questo tipo di gioco. Ma la squadra dovrà compenetrarsi anche con la necessità di avere una matrice difensiva importante che unita ad una fisicità che si è alzata molto: sono elementi fondamentali per competere fino alla fine,

La scelta degli italiani è ricaduta su giocatori che conoscono molto bene il campionato italiano. Questo può aiutare il gruppo nel trovare la giusta amalgama?

“Sono stati scelti giocatori italiani di qualità per rimpiazzare chi è andato via per cercare di costruire un gruppo che possa andare avanti nel tempo. Nel campionato italiano si è visto quanto avere degli italiani di qualità sia fondamentale. Abbiamo costruito una squadra equilibrata con caratteristiche che si integrano bene a livello di coppia nello stesso ruolo. Dovrà essere il gruppo a compattarsi per portare avanti un’identità di squadra comune”.

Bramos, De Nicolao e Watt sono alla Reyer da moltissimo tempo. Quanto sarà importante il loro apporto per creare da subito un clima interno alla squadra positivo e comune?

I giocatori che sono rimasti possano identificare e simboleggiare la cultura del lavoro che in questi anni abbiamo creato. L’umiltà che ci ha contraddistinto in questi anni e portandoci a grandi risultati, la compattezza di squadra che ci ha permesso di imporci come gruppo. Chi è rimasto avrà il compito di far capire come funziona il nostro metodo di lavoro e la nostra mentalità. Bramos, De Nicolao e Watt sono perfettamente in grado di veicolare questo messaggio fondamentale che non so se basterà per vincere. Come dico spesso, una stagione vincente può avere un percorso vincente e non per forza si deve vincere un titolo. Creare un percorso vincente significa creare un gruppo che possa far divertire, possa competere fino alla fine, che dia il massimo e faccia entusiasmare ed identificare le persone”.

Questa è la squadra più forte e profonda che ha mai avuto?

“Credo che questa sia una squadra con un tasso di atletismo e fisicità nei vari ruoli che non abbiamo mai avuto. È equilibrata e profonda ma solo il campo ci dirà se la sarà efficace o meno. Se le motivazioni dei singoli si fonderanno con quelle delle della squadra allora il percorso sarà più semplice. Certamente il roster ha qualità tecniche: mi viene in mente la coppia Bramos/Parks, due giocatori opposti ma perfettamente intercambiabili che possono muoversi in due ruoli e stare in campo insieme. Anche i tre playmaker hanno caratteristiche di qualità, personalità ed esperienza diverse che ci fanno sperare di avere un diverso controllo delle situazioni che si verificheranno sul campo. Una squadra costruita con idee di grande equilibrio ed intercambiabilità. La mia percezione del roster è che sia formato da tanti giocatori con motivazione da mettere a servizio del gruppo”.

Quest’anno come pensa di gestire gli stranieri che sono complessivamente sette?

“Prima di tutto vedremo le condizioni fisiche di ogni atleta perché nella scorsa stagione siamo stati pesantemente condizionati dagli infortuni. Credo che la gestione sia con Yankuba Sima, giocatore giovane e di grandi prospettiva, che farà lo straniero di coppa ma avrà le sue chance anche in campionato se dimostrerà di essere in forma. Decideremo di volta in volta senza alcun tipo di preclusione. Sappiamo che abbiamo sette stranieri e nella rotazione può andare chiunque perché durante la stagione ci possono essere mille problemi che possono condizionare le scelte”.

Cosa prova ad essere l’allenatore della Reyer nell’anno del 150esimo anniversario della società?

“Provo un senso di soddisfazione e gratitudine perché non sono cose che succedono a caso. Rimarranno sempre nella storia del club e in futuro sarà bello ricordare questi momenti perché sono le cose che restano e non una partita vinta o persa”.

Sulle caratteristiche di versatilità della nuova squadra:

“La nostra è una squadra con giocatori che possiedono caratteristiche che si amalgamano molto bene fra loro. Il tiro da tre è un’arma che ormai hanno quasi tutte le squadre, ma a differenza degli scorsi anni abbiamo un ‘3’ atletico come Parks che ha la capacità si giocare anche spalle a canestro. Abbiamo un centro italiano importante in area insieme a Watt e abbiamo un saltatore sopra al ferro come Sima. Queste sono tutte caratteristiche diverse rispetto alle scorse stagioni che ci permetteranno di esplorare soluzioni alternative e soprattutto, nel momento in cui si affrontano squadre con caratteristiche non congeniali alle nostre, avere la possibilità di metterle in difficoltà nel miglior modo possibile”.

Vi aspetta un precampionato di alto livello. Affronterete avversari come l’Efes Istanbul, la Virtus Bologna per due volte. Potranno già essere test importanti?

“Saranno sfide di alto prestigio ma, come sempre, nel precampionato credo non saranno indicative in senso lato. A quel punto della stagione tutte le squadre sono dei cantieri in opera: ad esempio noi che non potremmo disporre di alcuni giocatori perché impegnati con le rispettive nazionali. Arriveremo certamente con una faccia diversa rispetto a quella che dovremmo avere in campionato. Però sono tutti test molto importanti. Quella con l’Efes sarà una bellissima occasione per festeggiare i 150 anni del club e avere la possibilità di vedere la squadra bi-campione d’Europa. Gli altri saranno test che ci permetteranno di avere ampio spazio di manovra nelle soluzioni di gioco e capire su quali situazioni dovremmo ancora lavorare. Il precampionato serve per fare dei piccoli test che hanno un significato molto relativo”.

Il ritorno del pubblico al Taliercio

“Nelle scorse stagioni è stato difficile giocare con pochi spettatori perché non si sentiva quella spinta del pubblico che in alcune sfide fa la differenza. La presenza del pubblico sarà di grande aiuto”.