David Moss, uno degli assistenti della Germani Brescia e storico capitano, è stato ospite di Basket Time 2.0. Queste le dichiarazioni rilasciate nella puntata andata in onda su Teleleonessa, canale 119 del digitale terrestre.
Le parole di David Moss
“Ad agosto abbiamo iniziato a lavorare insieme per trovare la nostra chimica, il livello del campionato è davvero alto. Siamo la capolista, ogni squadra ci affronta con energia, quindi dobbiamo dimostrare il nostro valore”.
Sul giocare una volta a settimana
“La stagione è lunga giocando solo una volta a settimana, meglio giocare due o tre volte per non avere problemi di chimica di squadra”.
Su Petrucelli e Burnell
“Con Petrucelli mi sono allenato per due anni uno contro uno, ora lui fa la stessa cosa con CJ Massinburg. Burnell invece un giorno mi chiese se potevamo lavorare assieme su alcune cose, gli ho detto che ero li apposta. Mi piace”.
Sul suo ruolo
“Metto a disposizione la mia esperienza. Negli esercizi individuali io mi alleno e gioco uno contro uno, non faccio esattamente il lavoro di Jenkins, ma lui è stato bravo perché ha cambiato la cultura qui in Italia”.
Su CJ Massinburg
“Sta giocando con il ritmo della squadra, senza forzare. Negli ultimi 6 minuti del match contro Pistoia è stato lasciato in campo con ADV in panchina: CJ è stato determinante. Non deve avere fretta di andare in EuroLeague, questa è la situazione perfetta per lui. La squadra ha fiducia nei suoi mezzi, non deve succedere quello che è successo con Mitrou-Long. In questo momento deve avere la fiducia che ha in allenamento anche in partita”.
Contro Napoli e poi subito Final Eight
“È un bel test giocare da loro, nella partita d’andata avevano giocato bene contro di noi. Hanno un modo un po’ strano per difendere, sembrano zone adattate, hanno un allenatore che ha trasmesso buone energie. Hanno Brown che è un ottimo tiratore, è una squadra di talento. Noi come staff tecnico ci stiamo preparando bene”.
Cosa è diventata Brescia per David Moss
“In certi posti mi sento a casa: al PalaLeonessa, con mio figlio ed in qualche ristorante dove con i proprietari siamo diventati amici creando un bel rapporto. Non ha però ancora superato Siena nel mio cuore, perché da lì ho capito dove potevo arrivare. Ha sicuramente superato Milano dove non ero rimasto bene quando mi avevano fatto capire che non potevo più restare dopo soli due anni. L’atmosfera qui è incredibile”.
Commenta
Visualizza commenti