Dallas precipita, Kyrie Irving non si preoccupa dei fischi

Dallas precipita, Kyrie Irving non si preoccupa dei fischi

Luka Doncic esterna il suo malessere, altro volto per Kyrie Irving, che come al solito in conferenza stampa fa discutere

I Dallas Mavericks precipitano in classifica, Luka Doncic esterna il suo malessere, altro volto per Kyrie Irving, che come al solito in conferenza stampa fa discutere.

Il giocatore ha deriso quelle che ha definito “le belle parole che gli sport amano inserire, come speranza e preoccupazione”, dicendo che un periodo di adattamento era previsto dopo la trade di metà stagione. Gli infortuni a Doncic e Irving, che ha perso un totale di quattro partite a causa del dolore al piede destro, hanno complicato il processo.

Tornando alla partita, l’ex Nets ha attribuito l’inizio deludente dei Mavs contro gli Hornets alla mancanza di energia: «Siamo un gruppo molto equilibrato nei giorni in cui sento che diamo il massimo impegno, poi nei giorni in cui l’energia vacilla o non iniziamo bene o l’attacco non funziona o la palla non entra, arrivano delle tensioni emotive in altre direzioni che possono influenzare l’esito delle partite». Irving ha chiuso nel ko con Charlotte con 18 punti, nove rimbalzi e sette assist tirando molto male (6 su 16 dal campo, 1 su 8 dalla linea dei tre punti).

Irving predica calma: «Ci stiamo ancora conoscendo, accordando agli sforzi, agli atteggiamenti e al temperamento di ognuno. E’ una cosa reale. È una cosa umana. È un elemento umano. Che la gente ci creda o meno, c’è una linea sottile tra vincere le partite di basket stando tutti sulla stessa lunghezza d’onda e perdere, distruggendo tutto e puntandosi il dito uno contro l’altro».

Jason Kidd, nella sua conferenza stampa, ha parlato anche dei fischi del pubblico, Kyrie Irving guarda oltre: «E allora? Quindi? Questo è quello che penso. Sono stato a New York City, so come funziona. Ovviamente vuoi giocare sempre al meglio, ma in campo ci vanno in cinque. Se i tifosi vogliono cambiare posto, facciano pure. Ma la nostra attenzione non è necessariamente sui fischi. Dovrebbe essere sulle nostre prestazioni e sul sostenerci a vicenda».