Claudio Toti: Avrei dovuto chiudere l’anno della autoretrocessione

Foto Ciamillo
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La lunga intervista de Il Corriere della Sera a Claudio Toti che ha ritirato la Virtus Roma dal campionato: Io ho sempre cercato di costruire una grande Virtus Roma

Claudio Toti, proprietario della Virtus Roma che si è ritirata dal campionato la settimana scorsa ha rilasciato una lunga intervista a Il Corriere della Sera.

Queste le sue parole.

Nuova vita senza basket.

La prima sensazione è una grande delusione per ciò che non sono riuscito a fare: trasferire la società in mani sicure, darle una prospettiva, garantirle quel progetto che la sua storia avrebbe meritato.

Abbandonato dall’ambiente.

Non mi sento di individuare colpevoli. La verità è che dopo molti anni passati a ripianare in prima persona le perdite, la situazione diventa ingestibile e se il deficit è sistematico bisogna chiedersi se sia giusto andare avanti.

Rivivere gli stessi 20 anni.

Forse mi fermerei all’anno dell’autoretrocessione in serie A2. Ecco, li era già chiaro che fronte di ricavi inesistenti sarebbe stato difficile andare avanti. La passione e la speranza hanno avuto la meglio, ma ho solo prolungato un cammino segnato. Avrei dovuto chiudere allora.

Peso.

La finale persa con Siena nel 2013 la sento come una vittoria: quello scudetto, poi mai assegnato, credo lo meritassimo.

Virtus in ostaggio.

Io ho sempre cercato di costruire una grande Virtus Roma.

Trattative.

Prima del Covid abbiamo iniziato a dialogare con un’azienda italiana e c’erano ottime prospettive. Poi tutto si è fermato e non so perché. Subito dopo un gruppo farmaceutico americano ha fatto una prima offerta, abbiamo discusso, avevano intermediari credibili. Difatti, ho deciso di iscrivere la squadra al campionato. Arriva ilCovid, la pandemia, tutto si complica. La trattativa più seria è stata l’ultima, con la Kian Investment. Il giorno della partita con Pesaro arrivano al PalaEur due emissari del gruppo. Mi assicurano che si troverà un accordo, vogliono andare negli spogliatoi a parlare con la squadra per rassicurarla.

Salute del basket italiano.

Sono preoccupato, molte società vivono sui ricavi da pubblico equella voce oggi è zero. Non c’è visibilità, i contratti televisivi sono irrisori, la tassazione sui contratti dei giocatori è insopportabile. La Lega è divisa e litigiosa, troppo poco indipendente dalla Federazione. La vedo durissima.

Futuro.

Ora stiamo valutando il percorso più consono per provare a salvare il nome Virtus