Cesare Pancotto: Sono in quarantena a Porto San Giorgio, un gesto di responsabilità

Il coach di S.Bernardo-Cinelandia Cantù: Se è vero che la G League è pronta a offrire contratti di alto livello, rischieremo di perdere giocatori importanti, di qualità

Intervistato dal Corriere dello Sport, Cesare Pancotto fa il punto in casa S.Bernardo-Cinelandia Cantù. Ecco alcuni passaggi:

SULLA QUARANTENA

«Adesso sono in quarantena. Nessuna paura, mi sono autodenunciato assieme a mia moglie. Noi abbiamo vissuto a Cantù fino al 14 aprile, quando le autorità competenti hanno dato l’autorizzazione per tornare a Porto San Giorgio. Veniamo da una delle zone più critiche d’Italia, ci è sembrato un gesto responsabile isolarci ed attendere le due settimane per evitare qualsiasi problema».

SUL FUTURO

«Ripensare la pallacanestro?  Non doveva servire un evento catastrofico per capire che c’è qualcosa da cambiare, da migliorare. Avremo tutti quanti delle grandi responsabilità. Noi allenatori, i giocatori, i dirigenti, i giornalisti».

SULLA G LEAGUE

«Siamo ormai una lega di sviluppo, anche se nel campionato che si è fermato sono tornati dei califfi come ai vecchi tempi. Penso a Teodosic e Rodriguez. Rimaniamo un torneo dove, specie dagli USA, ci mandano atleti da svezzare, per poi riprenderseli e farli volare magari nella NBA. Attenzione però: se è vero che la G League è pronta a offrire contratti di alto livello, rischieremo di perdere giocatori importanti, di qualità».