Cantieri Aperti 365 con Maurizio Biggi

Si è immerso in uno degli ambienti meno conosciuti della pallacanestro il team di Cantieri Aperti 365 che, per la prima volta, ha ospitato nella suo video-chiacchierata Maurizio Biggi, arbitro di Serie A ormai da oltre un decennio alla scoperta di cosa c'è dietro un fischietto

Si è immerso in uno degli ambienti meno conosciuti della pallacanestro il team di Cantieri Aperti 365 che, per la prima volta, ha ospitato nella suo video-chiacchierata Maurizio Biggi, arbitro di Serie A ormai da oltre un decennio alla scoperta di cosa c’è dietro un fischietto.

“Speriamo davvero di riprendere a settembre, in 33 anni che arbitro non mi era mai capitato di stare così a lungo senza arbitrare una partita. Se ripartiremo con queste tempistiche saranno comunque 7 mesi dall’ultimo match, come i giocatori avranno bisogno di tempo per ripartire questo vale anche per noi. Il nostro ruolo ha davvero bisogno di grande allenamento, non solo fisico. Tutti noi ci teniamo sempre a fare bella figura e farla significa che la partita la decidono i giocatori, è questa la cosa più importante”.

La passione è la chiave fondamentale di un ruolo talvolta bistrattato, ma fondamentale nel nostro sport: “La partita rappresenta l’apice, ma è bella anche tutto quello che la precede. Il momento che mi piace di più è quando sbuchiamo dal tunnel a venti minuti dall’inizio della gara e iniziamo anche noi a respirare l’atmosfera del campo. E poi la condivisione della designazione con i colleghi, la preparazione della gara, la conoscenza delle caratteristiche delle squadre e dei singoli giocatori. Sono cose che ci aiutano a capire meglio per essere più pronti. Non vuol dire che siamo prevenuti, ma che siamo preparati. Conoscendo abbiamo la possibilità di ridurre l’imprevedibilità dei movimenti e ridurre la percentuale di errore”.

E, come per i giocatori in canottiera o per gli allenatori in panchina, è la testa che fa la differenza: “Il segreto è la concentrazione, non puoi mai permetterti mai di pensare di essere in controllo della partita, appena molli sbagli”.

Il rapporto con gli altri protagonisti sul parquet è molto migliorare in questi anni in Serie A: “E’ vero, il rapporto all’interno del campo è migliorato tantissimo con fiducia e comprensione del ruolo di tutti. Noi abbiamo fatto un passo verso la fase adrenalinica del gioco, proviamo a comprendere di più qualche reazione dei giocatori. Poi ci sono momenti in cui non può mancare una parola a un coach o a un giocatore. E’ ovvio che non si può spiegare ogni fischio, ma ci sono i momenti giusti per farlo e distendere gli animi”.

Perché la barriera da superare è che anche gli arbitri sono umani e possono sbagliare: “E’ proprio così, può capitare e lo si può anche ammettere. Questo ti permette di metabolizzare l’errore, vivere il momento successivo della gara in modo più lucido e rende più tranquilla anche tutti gli altri attori in campo. La chiave è consapevolizzare l’errore, il che non vuol dire giustificarlo a tutti i costi. Stiamo cercando di trasmettere un’immagine un po’ meno da sceriffo della contea, ma un po’ più da uomini di campo. Anche noi siamo grandi appassionati di basket e facciamo tanti sacrifici e sono contento che il presidente CIA Tedeschi e la FIP ci abbiamo dato un po’ di più la possibilità di farci conoscere. Se adesso sul parquet abbiamo ottenuto ottimi risultati, l’ultimo step sul quale bisogna lavorare è costruire un po’ di cultura anche a livello di pubblico e purtroppo non parlo solo di Serie A, anzi, il problema è quando un arbitro neanche maggiorenne viene aggredito da genitori imbufaliti. Quello è inaccettabile”.

La tecnologia in Serie A aiuta anche, il calcio ci è arrivato da pochissimo con la Var, ma il nostro basket l’instant replay l’ha inserito già nel 2004-05 assegnando persino subito lo scudetto: “Però la cosa fondamentale è non pensare di arbitrare pensando che ci sia questo strumento. Noi dobbiamo arbitrare dentro il campo, fare in modo di prendere subito decisioni credibili, poi quello è uno strumento con un protocollo ben strutturato che ci permette di verificare in talune occasioni la bontà delle decisioni. Ad esempio penso che la novità inserita recentemente della possibilità di fare upgrade o downgrade della sanzione dell’antisportivo sia molto utile, come un altro passo in avanti potrebbe essere una gestione diversa dell’interferenza a canestro negli ultimi due minuti perché al momento noi possiamo valutarla solo se fischiamo. In questi 15 anni circa sono stati comunque fatti passi da gigante, la prossima frontiera per velocizzare ulteriormente la decisione e non fermare troppo il gioco potrebbe essere quella di avere un arbitro al video che possa permettere agli arbitri in campo di arrivare al tavolo e trovare già la situazione all’uso pronta da valutare accorciando dunque ancor di più tempo in cui il gioco si ferma”.

Cantieri Aperti 365 tornerà con il prossimo appuntamento domenica 7 giugno alle ore 21.30