Brescia saluta Marco Ceron

Brescia saluta Marco Ceron

Nei due anni trascorsi insieme, Marco Ceron è stato come un figlio per noi – il pensiero di Matteo Bonetti

Pallacanestro Brescia saluta Marco Ceron, al termine di due stagioni intense, difficili e particolari, nelle quali si è creato un rapporto unico, forte, indelebile, sia con il club che con la città di Brescia. Un rapporto che i nuovi percorsi professionali che l’atleta intraprenderà nel prossimo futuro non potranno mai modificare o scalfire.

“Nei due anni trascorsi insieme, Marco Ceron è stato come un figlio per noi – il pensiero di Matteo Bonetti, patron di Pallacanestro Brescia -. Abbiamo onorato il contratto come nessun’altra società avrebbe fatto in Italia e l’abbiamo seguito e assistito con grande amore e affetto, agendo sempre e solo per il suo bene. La vicinanza dimostrata nei confronti di Marco è testimoniata anche dalle parole del suo procuratore, che ha riconosciuto il nostro costante impegno informandoci, tuttavia, di voler orientare il futuro professionistico del giocatore altrove”.

“L’obiettivo di di Marco, infatti, è quello di trovare una sistemazione che potesse garantirgli una completa ripresa agonistica e un minutaggio elevato, considerando il periodo di lunga lontananza dal campo da gioco – conclude Bonetti -. Una soluzione che, nel caso in cui fosse rimasto a Brescia, lo avrebbe relegato al ruolo di undicesimo o dodicesimo giocatore e ne avrebbe ridotto notevolmente l’impiego, oltre a ritardare il recupero ad alti livelli”.

L’infortunio alla testa del 25 novembre 2018, il ricovero, le operazioni chirurgiche, il percorso compiuto per ottenere l’idoneità sportiva e tornare a fare ciò che gli è sempre venuto naturale, giocare a pallacanestro, da professionista serio e inappuntabile quale è sempre stato: c’è tutto questo nella mente di tutti i tifosi bresciani e di tutti gli appassionati di basket che negli ultimi due anni si sono stretti attorno al Marco Ceron, manifestandogli la propria vicinanza e incoraggiandolo ad affrontare le tappe di un percorso che è stato lungo e faticoso.

I pochi secondi in cui Marco è tornato in campo lo scorso 3 marzo nella gara casalinga di EuroCup contro Venezia non sono un punto d’arrivo, ma un nuovo punto di partenza di una carriera che potrà permettere a Marco di fare ciò che ama di più e a farlo nel migliore dei modi.

Nel giorno in cui ha rimesso piede in campo, al PalaLeonessa A2A gli spalti erano vuoti, conseguenza delle prime avvisaglie della pandemia che, subito dopo quella gara, ha stravolto tutto e tutti. Tornando a calcare il parquet, seppure per pochi secondi, Marco avrebbe meritato l’applauso di tutto il suo pubblico, quello che lo ha sostenuto e che gli è sempre stato vicino, dedicandogli un coro prima di ogni partita casalinga della Germani e indirizzandogli numerosi striscioni, con messaggi di incoraggiamento prima e di bentornato poi.

Siamo certi che quell’applauso non glielo avrebbero dedicato solo i tifosi della Leonessa, ma anche tutti coloro che hanno a cuore la pallacanestro e lo sport in generale. Marco, infatti, non è stato solo un giocatore della Germani, una società che lo ha sempre seguito con attenzione e affetto, ma un atleta al quale tutti i veri appassionati – anche di altre discipline – hanno imparato a voler bene, al quale tutti si sono affezionati e che da tutti è stato seguito.

In questo momento così difficile, c’è un gran bisogno di storie a lieto fine. Quella di Marco è già una di quelle, che attende solo che vengano scritti solo nuovi, avvincenti capitoli, non appena il pallone tornerà a rimbalzare sul parquet e i palasport torneranno a riempirsi di tifosi.

In ogni caso, qualunque sarà la prossima destinazione di Marco Ceron, Brescia rimarrà per sempre la sua seconda casa, dove troverà amore, attenzione, affetto da parte di tutti coloro che hanno imparato a volergli bene e ad apprezzarlo come giocatore e come persona.

Ciao Marco, in bocca al lupo!

LA SCHEDA | Marco Ceron approda a Brescia nel luglio 2018, dopo aver risolto il contratto con la Vuelle Pesaro (squadra di cui ha vestito la maglia per tre stagioni consecutive, ricoprendo anche il ruolo di capitano) e firmando con il club bresciano un accordo biennale.

In circa due mesi, fino all’interruzione forzata dai campi da gioco a causa del brutto infortunio alla testa che l’ha visto coinvolto la sera del 25 novembre 2018 in occasione di Germani Brescia-Fiat Torino, Ceron conquista via via sempre più spazio, rendendosi protagonista di una crescita palpabile e garantendo sempre il proprio contributo alla causa.

In sette partite di Serie A disputate, il 28enne di Mirano colleziona 25 punti (3.1 di media) in un totale di 63′ di utilizzo (7.9′ a partita) con il 54.5% di successo al tiro da due punti, il 21.4% da tre e il 66.7% ai tiri liberi. Proprio durante il fatale match contro Torino, in soli 6′ di utilizzo Ceron scalda i motori e mette a segno 7 punti (il suo season high, replicando la stessa cifra messa a referto nelle precedenti uscite contro Trieste e Pesaro). Buoni risultati arrivano anche nelle sette gare disputate in EuroCup, dove chiude con una media di 5 punti in 10′ di utilizzo.

In occasione della prima trasferta europea della stagione, sul campo del MoraBanc Andorra, Marco registra uno straordinario exploit d 17 punti, frutto di 21′ intensissimi (4/5 da due punti e 2/4 da tre) nei quali offre dimostrazione delle proprie potenzialità. L’avventura di EuroCup, così come quella di campionato, si spegne nel momento di massimo slancio del giocatore. Dopo due delicate operazioni al cranio, nel novembre 2019, a distanza di un anno esatto dall’infortunio e a seguito di lunghe trafile mediche e burocratiche, Ceron riceve nuovamente l’idoneità sportiva, ma dovrà attendere fino a marzo per tornare in campo.

Ripresa l’attività, infatti, a seguito di uno sfortunato infortunio in fase di allenamento è di nuovo stop. Il numero 4 della Germani torna a calcare il parquet del PalaLeonessa A2A martedì 3 marzo 2020, durante l’ultimo match delle Top 16 di EuroCup, nonché l’ultima sfida giocata della stagione 2019-2020, disputata a porte chiuse.