Azzurri, percorso netto: cosa ci dicono le vittorie con Turchia e Ungheria?

Azzurri, percorso netto: cosa ci dicono le vittorie con Turchia e Ungheria?

Per sottolineare l’importanza dell’inizio del cammino verso EuroBasket 2025, FIBA ha scelto uno slogan significativo: “Make your mark”

Per sottolineare l’importanza dell’inizio del cammino verso EuroBasket 2025, FIBA ha scelto uno slogan significativo: “Make your mark”. E non si può negare come gli Azzurri di Gianmarco Pozzecco abbiano lasciato il segno, tanto giovedì a Pesaro quanto domenica a Szombathely.

Due vittorie arrivate in maniera diversa, quasi opposta, ma comunque due vittorie. Al ritorno della pallacanestro per club, l’Italia è prima nel Gruppo B, in vetta solitaria da imbattuta con un solido 2-0. Alle sue spalle Islanda e Turchia, appaiate a 1-1, davanti al fanalino di coda magiaro.

Adesso che non abbiamo più negli occhi le schiacciate di Gabriele Procida, le palle rubate di John Petrucelli o Alessandro Pajola, o le grida da capitano di Nicolò Melli immediatamente dopo averle viste in campo, chiediamocelo a mente fredda: cosa ci portiamo a casa da questa finestra?

Vincere in maniera versatile
Partiamo da un fatto evidente: la vittoria con la Turchia ha poco a che vedere con quella con l’Ungheria. Sia per differenze chiare della vigilia in termini di esperienza, qualità e talento dell’avversario – sulla carta decisamente più probante il confronto con la squadra di Ergin Ataman -, tanto per come si sono sviluppate le due sfide così ravvicinate tra loro.

Alla Vitrifrigo Arena, l’Italia ha imposto il proprio ritmo ben prima dell’intervallo, mettendo in cassaforte la gara già nel secondo quarto, per poi scappare sul +14 (59-45) con la tripla della sicurezza di Spissu a 6:12 nel terzo quarto. Il ritorno dei turchi nell’ultimo parziale di partita non ha dunque scalfito la certezza di una partenza positiva nel cammino verso EuroBasket 2025.

Nella trasferta di Szombathely, invece, tanti errori dal campo e poca lucidità avevano portato l’Italia a rincorrere all’intervallo, sotto 37-36. “Abbiamo corso troppo all’inizio perché si voleva provare a chiudere la partita subito, imponendo il nostro gioco”, ci dice Edoardo Casalone, assistant coach di Gianmarco Pozzecco e uno dei componenti dello staff tecnico azzurro insieme a Federico Fucà, Giuseppe Poeta e l’assente giustificato Riccardo Fois, impegnato in NCAA con gli Arizona Wildcats.

L’aggiustamento in termini di gestione dei possessi nel terzo quarto, con azioni ricercate e tanti tiri aperti, ha poi permesso all’Italia di prendere in mano la gara, concedendo solamente cinque punti ai padroni di casa nei primi 8:14 minuti del terzo quarto, chiuso con un parziale di 28-9 che ha rasserenato il clima. “Nel secondo tempo ci siamo detti di abbassare un po’ il ritmo, di provare a controllare un po’ di più la partita”, continua Edoardo Casalone. Ha funzionato.

Buone nuove dal futuro
Considerando il riposo concesso a Melli dopo il dominante primo tempo da 17 punti contro la Turchia, non possiamo valutare globalmente il rendimento del nuovo capitano azzurro in questa finestra di qualificazione. Tra coloro che hanno lasciato il segno – ancora una volta – in entrambe le gare ci sono indubbiamente Achille Polonara, sempre presente su ambo i lati del campo, e Giampaolo Ricci, nonostante alcuni errori al tiro dal perimetro.

Chi ha mantenuto un alto livello prestazionale nei due successi della squadra azzurra, che sia agendo da spot-up shooter o macchina da highlights schiacciando in contropiede, è senza molti dubbi Gabriele Procida: 8.0 punti, 6.5 rimbalzi e 2.0 palle recuperate di media con il 63.6% dal campo, mostrando il meglio della sua giovane carriera in nazionale finora, nei primi impegni ufficiali dal ritiro di Gigi Datome. “Ha delle gambe pazzesche, è un talento incredibile e un ragazzo super. È il futuro e il presente di questa Nazionale”, ha detto di lui Marco Spissu dopo la vittoria con la Turchia.

Assente nella prima vittoria di febbraio, nella trasferta domenicale si è fatto trovare pronto anche Giordano Bortolani, perfetto dal campo con un 5/5 e due triple a segno su ambo i tentativi per un totale di 12 punti in solamente 13:18 minuti di impiego. Il 23enne, come tanti dei suoi compagni in Azzurro come Nico Mannion, Guglielmo Caruso, Matteo Spagnolo e il già citato talento in casa Alba Berlino, è destinato a prendersi un ruolo da protagonista nel futuro di questa Nazionale. Rispondere presente è sempre il modo migliore per guadagnarsi la fiducia del gruppo.

“Una finestra esaltante”

Altre due figure fondamentali nel far respirare l’attacco azzurro in transizione sono state Alessandro Pajola e John Petrucelli, mastini difensivi e incubo ricorrente per svariati giocatori turchi ed ungheresi in queste ultime notti. Più di un quarto dei palloni recuperati (5/19) nelle due uscite azzurre sono arrivate dall’astuzia del playmaker della Virtus Bologna e dal poliedrico esterno della Pallacanestro Brescia. “Aumentare la nostra intensità difensiva è stato fondamentale tanto con la Turchia quanto con l’Ungheria. Abbiamo iniziato a correre e avere più fiducia in attacco”, commenta Casalone.

Il marchio di fabbrica dell’identità cestistica di Gianmarco Pozzecco si è visto in lungo e in largo nella prima frazione contro la Turchia e nel secondo tempo con l’Ungheria, cavalcando Nicolò Melli (17 punti con 5/11 da due e 7 rimbalzi) e Amedeo Tessitori (12 punti con 4/5 da due e 6 rimbalzi). Complessivamente, l’Italia ha raccolto 78 punti nel pitturato tra le due uscite, il 45.9% dei 170 punti segnati per battere le squadre rispettivamente allenate da Ergin Ataman e Gasper Okorn.

Ciò porta sicuramente una presenza pericolosa per la difesa avversaria vicino a canestro, ma anche svariate opportunità aperte dall’arco. Lo spiega l’assistente allenatore di Gianmarco Pozzecco: “I giocatori si allenano tutta la vita a tirare a coppie con il passaggio che arriva da sotto canestro per entrare in ritmo. Appoggiare la palla dentro l’area ti fa riprodurre il meccanismo di una vita. Quello aumenta la tua percentuale, mentre con un extra pass che arriva da lato sei costretto ad aggiustarti in modo diverso: sono dettagli, ma che fanno la differenza”. In fin dei conti, l’aprire con astuzia il campo ha portato l’Italia a tirare 22/53 (un discreto 41.5%) dall’arco tra Pesaro e Szombathely.

In più, si è scongiurato il rischio “di lasciare dei punti in trasferta”, con la trasferta ungherese che “è sembrata una partita facile, alla fine”, come sottolineato in spogliatoio dal nuovo capo delegazione azzurro Gigi Datome. “Vorresti evitare di dipendere da un tiro a tre secondi dalla fine, come successo in Turchia-Islanda. Nel secondo tempo [con l’Ungheria] abbiamo davvero fatto tante azioni collettive, belle da vedere, con la voglia di passarsi la palla. I nostri highlights sono quelli, più che una schiacciata a difesa schierata”, ha aggiunto l’attuale assistente anche dell’ASVEL Villeurbanne.

Al di là dei dettami tecnico-tattici, è una significativa certezza quella che si porta dietro il gruppo azzurro. “Siamo molto contenti perché è stata una finestra esaltante, per i risultati e per il gioco espresso. Questi ragazzi non giocano insieme tutto l’anno. Ma la verità è che sono davvero sembrati una squadra: tutti i ragazzi scesi in campo hanno fatto sembrare l’Italia un gruppo che si allena insieme da tanto tempo. Di questo siamo estremamente orgogliosi, sotto tutti i punti di vista”, ha concluso Edoardo Casalone. Il viaggio verso EuroBasket 2025 è iniziato, è tempo di salire a bordo.

Cesare Milanti