Intervista per 15min.lt per Arturas Gudaitis, che ha commentato il suo addio all’Olimpia Milano e l’approdo allo Zenit San Pietroburgo.
Sulla scelta e l’addio a Milano: “Sapevo che Messina puntava molto su Kyle Hines. Sono riusciti a firmarlo e non ci vedo nulla di sbagliato. Hanno entrambi vinto in EuroLeague, Hines ha molta esperienza. Tenendo conto dell’arrivo di LeDay e del triennale di Tarczewski ho capito che se volevo giocare molto dovevo cambiare club (…) Capisco che siamo professionisti, e pagati per questo. Ognuno deve pensare ai suoi interessi, non ho rabbia, perché se fossi il presidente farei le stesse cose. Negli sport professionistici non c’è tempo per sentirsi dispiaciuti. Il club ha scelto così, non provo alcuna rabbia”.
Sull’esperienza di Milano e l’ultima stagione: “La prima e la seconda stagione sono state molto buone, ma nella terza tutto si è complicato. Gli infortuni fanno parte di questo sport, e io sono stato un po’ sfortunato. Una porta si chiude e un’altra si apre. Non mi affliggo questo e continuerò a dimostrare di essere un buon giocatore. Quest’anno? Sarebbe interessante capire come avremo chiuso la stagione. Eravamo esperti, forse mancava un po’ di gioventù. Avevamo giocatori di grande lettura, ma mancavamo in atletismo. Giocare due gare la settimana, a volte tre, non è semplice. Per questo abbiamo avuto vari passaggi a vuoto in Italia. E poi era il primo anno con un nuovo allenatore, i nuovi sistemi non sono sempre semplici da apprendere. Spero che nella prossima stagione possano fare meglio. Ma è sempre difficile pronosticare: ho sempre giocato in squadre impressionanti a livello di talento, ma non sempre tutto è andato come si voleva”.
Sullo Zenit: “Un coach indirizza composizioni e sistemi di gioco. Mi è stato detto che sarei stato uno dei punti di riferimento del team. Questo è importante quando a dirtelo è uno dei tre o quattro migliori coach d’Europa (Xavi Pascual, ndr). Vedremo come mi utilizzerà. Vogliamo fare come team un passo in avanti, entrare nell’elite”.
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