Aradori: Quanti naturalizzati, ma alla fine può giocare uno solo

Aradori: Spero che questo dramma sia un'occasione per un passo indietro e un nuovo rilancio: meno club in A e in A2? Una possibilità

Pietro Aradori parla con Alessandro Maggi del QS della questione naturalizzati: “Le strade sono due. C’è chi prende il passaporto, ottenendone un vantaggio a livello di carriera di club diventando comunitario, e chi acquisisce la nazionalità per matrimonio. In questo ultimo caso faccio l’esempio di Anthony Maestranzi e Jeff Brooks: giocatori che hanno impegnato le loro estati per la Nazionale e sono diventati amici e compagni. Niente contro nessuno, ma siamo sempre qui a parlare di naturalizzare tutti creando solo confusione. Serve di base una Nazionale di livello, perché dei naturalizzati ne può giocare alla fine solo uno. E in fin dei conti, non parliamo di star mondiali: si rischia di fare dei torti a qualcuno”.

Sul taglio degli stipendi: “Siamo tutti in difficoltà, tutti ci perdiamo qualcosa, mi pare corretto che anche noi giocatori si debba lasciare qualcosa, senza essere gli unici colpiti. Spero anche che questo dramma sia un’occasione per un passo indietro e un nuovo rilancio: meno club in A e in A2? Una possibilità”.