Alessandro Pedone, presidente di Apu Udine, ha risposto a Telefriuli sui fatti di gara-1 con la Pallacanestro Cantù. E non solo.
SUGLI ARBITRI
«Noi non perdiamo a causa di errori arbitrali. Ikangi prima fa un tap in praticamente solo sotto canestro su un passaggio, la palla tocca la tabella, sta riscendendo e viene stoppata dopo, quello è punto. Azione di 45 secondi dopo, Ikangi sta seguendo mi pare Bucarelli e a mani completamente alzate guarda l’arbitro come dire “guardami”. Diciamo che è un fischio piuttosto fiscale mettiamola così e prenderlo in una semifinale playoff giocata punto a punto mi sembra ardito. L’importante è che ci diano un metro chiaro».
«Ieri abbiamo visto un metro, noi lo abbiamo imparato, domani sera (oggi, ndr) speriamo di non vedere un metro differente».
SUI PROBLEMI SUGLI SPALTI
«Noi siamo arrivati in 3 signore e 4 signori, 7 rappresentanti su 5.000 catturini. Io però se sono seduto a due metri dai miei ragazzi che per me sono come dei figli e io dopo un minuto devo assistere a cinque che si alzano, si avvicinano alla mia panchina e a un metro cominciano a urlare improperi di tutti i tipi, minacciando famiglie e generazioni a venire. Io, scusate sarò un Presidente sbagliato, ma io zitto non sto. La cosa è un po’ salita di tono, magari se domani sera quattro Steward si ricordano di metterceli in fianco credo che sia per la serenità di tutti».
«Le tifoserie di Udine e di Cantù non è che abbiano queste storiche inimicizie. Che l’Osservatorio ribalti in capo alla società ospite l’onere della gestione della sicurezza, prendiamo atto, siamo molto dispiaciuti, lo ritengo un fallimento sistemico del sistema, c’è qualcosa che non va perché oggi è a noi, domani è un altro, chissà cosa succede se per caso noi andiamo in finale con Trieste, non lo so».
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