Dopo una partita spettacolare a Napoli, che è valsa la prima vittoria stagionale alla sua Vanoli Basket Cremona, la guardia emergente Tajion Jones è stato il nuovo protagonista della rubrica LBA “5 domande a…”
Una vittoria fondamentale contro Napoli in cui hai dato spettacolo: il tuo tabellino recita 29 punti con 8 triple, una partita da mettere in bacheca. Quanto è stato importante sbloccarsi in campionato?
Mi sono trovato ‘in the zone‘, quando sono entrato in striscia non mi sono più fermato. Sapevo che vincere questa gara sarebbe stato fondamentale, perché venivamo da una serie di sconfitte consecutive, però abbiamo continuato a credere nel nostro gioco e abbiamo messo in pratica ciò che facciamo ogni giorno in allenamento. Lo scenario al momento è questo, ma in classifica ci troviamo in una posizione che non ci appartiene; tutti quanti sappiamo di valere molto di più, già nell’ultima partita c’è stato un cambiamento e ci siamo resi conto di aver giocato meglio rispetto alle prime uscite. Per quanto riguarda la mia partita credo sia stata tutta una questione di ritmo: non appena ho visto le prime triple entrare non mi sono più fermato; i miei compagni sono stati fondamentali in tutto questo, mi hanno mostrato tutto il loro supporto e così ha fatto anche il coach. Con il tempo sto acquisendo fiducia nei miei mezzi e spero in futuro di poter contribuire ad altre vittorie per la squadra.
L’anno scorso hai cominciato il tuo cammino tra i professionisti nei Paesi Bassi a Leida; questa estate il salto che ti ha portato nel campionato italiano, per la precisione a Cremona. Com’è stato ambientarsi in una nuova città e con la nuova squadra?
Ero pronto a fare un passo avanti nella mia carriera, ne parlavo già verso la fine della scorsa stagione, ma non avevo pensato sarebbe arrivato così presto. Ambientarsi qui è stato più facile e rapido del previsto: il coach ha fatto di tutto per mettermi a mio agio; ho trovato veterani del campionato come Tariq [Owens, ndr], Trevor [Lacey, ndr] e Corey [Davis, ndr] pronti ad aiutarmi e a spiegarmi fin dal primo giorno come funziona qui da voi. Giocare nella BNXT League – un buon campionato tutto sommato – non è stato male, ma poter competere in Italia dove il livello è decisamente più alto, può far davvero bene alla mia carriera. Sono venuto qui con l’obiettivo di migliorarmi giorno dopo giorno, perciò mi alleno e cerco di mettere in pratica ciò che imparo allenamento dopo allenamento e partita dopo partita.
Una delle peculiarità della società è quella di accogliere i nuovi giocatori come membri di una grande famiglia. Hai sentito questo tipo di calore al tuo arrivo?
Sì, sicuramente il loro modo di accogliermi è stato quello di una famiglia. Come dicevo con il coach ho trovato subito il giusto feeling: è un tipo di rapporto che si sta costruendo giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento. Sono sempre stato abituato ad allenarmi duramente fin da quando ero bambino e crescendo ho capito che per essere “il primo della classe” è necessario migliorare ogni aspetto del proprio gioco. Quello che voglio mostrare ai compagni, all’allenatore, al presidente e alla piazza è la mia dedizione al lavoro, così da poter ripagare l’affetto che mi è stato dato al mio arrivo qui.
A 25 anni c’è ancora una lunga strada da percorrere, tuttavia è importante pensare al presente. Cosa ti aspetti da questa stagione e quali sono i tuoi obiettivi?
È una stagione molto importante per me e per la squadra, non voglio guardare troppo avanti perché so quanto devo lavorare e quanto devo impegnarmi per raggiungere gli obiettivi prefissati. Oggi penso ad aiutare i miei compagni e ad essere per loro il miglior compagno possibile; voglio portare Cremona a ottenere il maggior numero possibile di vittorie in campionato; essere per i tifosi uno dei motivi per cui venire a sostenerci a palazzo. Voglio diventare un giocatore migliore sui due lati del campo, sfruttare i miei anni da professionista per fare sempre uno step avanti e mai uno indietro. Sarebbe importante per me diventare un “role player” capace allo stesso tempo di trascinare la squadra con il suo talento e la sua leadership. Il salto dal college ai pro, specie trasferendomi in un altro continente non è stato facilissimo, perché ho dovuto capire alla svelta le differenze nel gioco e come la pallacanestro viene vista in Europa.
Abbiamo scoperto che fuori dal campo hai un altro “lavoro” tramite il tuo canale Twitch: lo streamer. In particolare ci hanno parlato della tua passione per Call Of Duty. Hai già avuto modo di portare avanti questo doppio impegno?
La carriera da streamer è stressante [ride, ndr]. Da quando sono arrivato qui non ho avuto ancora modo di mettermi all’opera, ho lasciato un pochino da parte la questione streaming e ho preferito farmi qualche giro per la città. Magari se avrò l’occasione, nel tempo libero, mi chiuderò in casa per qualche sessione e proverò ad aumentare le visualizzazioni [ride, ndr]. Proverò a migliorare non solo con le mie performance sul parquet, ma anche con quelle nei videogiochi. È importante saper fare perfettamente entrambi i lavori [ride, ndr].
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