Anthony Slater fa il punto della situazione sul rapporto tra Steph Curry e i Golden State Warriors.
Protagonista assoluto nell’oro di Team USA alle Olimpiadi di Parigi, Curry adesso si concederà un periodo di relax per poi rituffarsi nella sua routine da giocatore.
Il team nel frattempo ha provato a prendere un ‘secondo violino’ per alleggerire il carico di responsabilità per il 10-volte All Star, che ha da poco compiuto 36 anni. Falliti gli assalti a Paul George e Lauri Markkanen, soprattutto a causa delle elevate richieste di Clippers e Jazz.
Il Front Office rimane comunque attivo sul mercato alla ricerca di un profilo importante, dato che nonostante gli arrivi di 3 veterani di qualità come Kyle Anderson, Buddy Hield e De’Anthony Melton, nella stanza dei bottoni degli Warriors c’è la convinzione che l’attuale ‘Supporting Cast’ non sia sufficiente per puntare realisticamente al titolo.
Nel frattempo Curry ha tempo fino al 21 ottobre per estendere di una stagione – e oltre 62 milioni– il suo contratto attuale, che ora prevede circa 115.3 milioni per le prossime due stagioni.
L’ex Davidson ha sempre espresso il desiderio di chiudere la carriera con il team che lo ha scelto al Draft, ma pretende anche un roster che abbia la possibilità di competere per il titolo.
La sua decisione sul contratto potrebbe indicare il livello di fiducia che ha nelle potenzialità del roster.
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