Daniel Hackett, stella della Virtus Segafredo Bologna, si è concesso ad una lunga intervista a Fabrizio Salvio sul settimanale “Sportweek”, raccontando subito del come è venuto a sapere della guerra in Ucraina: “Col CSKA, la mia squadra, ero a Monaco di Baviera per una parita di Eurolega. Al mattino accendo il cellulare e mi appare una sfilza di messaggi: “hai visto? è scoppiata la guerra! Accendi la tv!”. Ho guardato la CNN e la triste realtà era proprio che la Russia aveva invaso l’Ucraina. La prima reazione emotiva fu una sensazione simile a quella provata quando esplose la pandemia. Ho pensato: qua si ferma tutto di nuovo. Poi ci siamo riuniti tra noi giocatori. Alcuni di loro in Ucraina avevano la famiglia, un medico e due fisioterapisti sono ucraini di origine. C’era ansia, ma era anche il giorno della partita: bisognava cercare di mantenere un filo di concontrazione nonostante la situazione surreale”.
Se ci fosse una cosa che gli ha insegnato una Nazione e una cultura così diversa come quella russa (in cui ha vissuto per quasi 4 anni), Hackett quale direbbe? “Forza mentale. Se vuoi stare là a lungo, devi imparare a gestire i tuoi sbalzi umorali. Vedi poco sole e tanto grigio, tanta neve. È una realtà un po’ cupa che ti fa capire quanto lontana sia l’Italia, dove tutto è diverso, dal clima al resto. Forza mentale significa anche giocare sapendo che non ti è concesso sbagliare. Noi la chiamiamo “pressione”, in Russia è qualcosa di più profondo e pesante ancora: conta solo la vittoria e devi ottenerla. La sconfitta è ammessa, ma è meglio non vederli arrabbiati»
Poi Hackett ha spiegato il motivo per cui ha scelto di venire alla Segafredo: “Perché c’era stato un primo contatto in cui era emersa reciproca curiosità. Abbiamo cominciato a parlare di un accordo in vista dell’estate. Le cose che sono successe hanno anticipato i tempi. Ho detto sì perché la Virtus è un club storico, con una grande voglia di tornare tra le grandi di Europa. La sfida e il progetto mi intrigavano. Da parte mia credo di aver ancora qualcosa da dire in Italia”.
Daniel ha poi raccontato di come ha ritrovato la Serie A: “Competitiva e fisica, quindi interessante. Non ci sono solo Milano e Bologna con alle spalle grandi imprenditori come Armani e Zanetti, ma anche realtà consolidate come Venezia, Brescia, Sassari, fino alla neopromossa Tortona”.
Infine, l’idea per il futuro nel post-carriera è definita: “Sogno di giocare finalmente da ala grande nelle minors, le serie minori”.
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