Nicolò Melli è stato l’unico giocatore dell’Olimpia impiegato in quintetto in ogni partita di questa EuroLeague in cui è stato disponibile. Considerato che in Europa non funziona come nella NBA dove lo status di “partenti” e riserve è quasi sacro e raramente violabile, si tratta di un dato non indifferente. Indipendentemente dall’avversario, dal piano gara, dai compagni disponibili, Melli è sempre partito in quintetto. Oltre le 30 presenze sono stati in nove a poter vantare questa distinzione. Non è un fatto raro per lui: in carriera, Nik vanta 171 presenze nel lineup iniziale ed è già tra i primi 10 nella graduatoria all-time. Rispetto alle presenze, 237, Melli ha il 71.9% di apparizioni in quintetto. Ha avuto cinque allenatori diversi in EuroLeague (Scariolo, Banchi, Trinchieri, Obradovic, Messina) ma evidentemente tutti hanno in linea di massima preferito averlo subito in campo, a imporre subito il ritmo. Era vero persino quando, molto giovane, proprio a Milano, sembrava destinato a ruolo da comprimario salvo avere minuti e responsabilità da titolare. Quest’anno è stato tra i primi 25 per minuti spesi in campo nell’arco della stagione.
Le statistiche relative a presenze e minuti non sono trascurabili, perché le stagioni soprattutto a livello europeo sono talmente impegnative e giocate al limite che la durabilità dei giocatori è diventata una caratteristica importante quanto le qualità tecniche. Nicolò da questo punto di vista, a 31 anni di età, è ancora una garanzia.
Melli tornando a Milano ha dato una dimensione difensiva nuova alla squadra, quella di poter avere due giocatori in grado di partire su un lungo e poi marcare un piccolo senza scompensi. Ma soprattutto, ha aggiunto un rimbalzista difensivo in più, permettendo alla difesa di completare un buon possesso assicurandosi il controllo della palla: l’anno precedente non era successo sempre. Melli è stato il terzo rimbalzista della competizione, e anche il quarto rimbalzista difensivo. Ha catturato il 23.9% dei rimbalzi difensivi disponibili con lui in campo. Ha fatto meglio solo il 2.23 dell’Alba Berlino, Chris Koumadje ma giocando 11 minuti di media contro quasi 25. Ha conquistato 6.7 rimbalzi di media, ma 8.2 per gara nelle ultime 10 partite andando quattro volte in doppia cifra.
Inoltre, a parte John Brown di Kazan, è stato l’unico “big man” tra i primi 15 nelle palle rubate che nel suo caso spesso frutto di palloni intercettati su un ribaltamento di lato, “leggendo” l’esecuzione dell’attacco in anticipo. Melli è questo, un difensore di élite e un giocatore totale. Quando ha trascinato la squadra al successo sul Bayern, ha conquistato 13 rimbalzi di cui sei in attacco, ma ha anche dato via sei assist fortificando la sua fama di giocatore intelligente che gioca nel modo giusto.
Tornato in Europa dopo due anni di NBA, era stato votato dai giocatori di EuroLeague come l’addizione più significativa dell’anno. E lui ha risposto a questa manifestazione di rispetto con la stagione attesa. Aveva lasciato l’EuroLeague conquistando due Final Four consecutive con il Fenerbahce. Ora tenta di prolungare la sua personale striscia.
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