La Scaligera Verona di coach Alessandro Ramagli vola in Serie A2 nel girone rosso con otto vittorie in fila e agguanta il secondo posto in classifica con un record di 15 vinte e 4 perse. Abbiamo sentito, in esclusiva per Sportando, il direttore sportivo Alessandro Frosini che analizza nello specifico il momento dei gialloblu.
Otto vittorie in fila per la Scaligera. Cosa è cambiato dopo l’ultima partita persa a metà dicembre a San Severo?
“È cambiato che adesso abbiamo una squadra più profonda e che ha messo da parte le problematiche degli infortuni. Devo dire che dopo la partita di San Severo – che è stato il culmine dove la squadra ha subito tantissimi infortuni: inizialmente il problema a Xavier Johnson, poi l’infortunio con l’operazione al polso di Lorenzo Caroti, Sasha Grant che è stato fuori per 35 giorni a causa di una problematica muscolare, dopo il grave stop di Lorenzo Penna che gli è costato l’intera stagione – siamo arrivati fondamentalmente alla fine di questo periodo senza un play di ruolo. Poi abbiamo avuto forse anche la fortuna, pur avendo il Covid interno dove abbiamo avuto dei casi, posticipando la prima e la seconda giornata di ritorno che ci ha costretti a un mese di break potendo così lavorare per prima cosa sul mercato inserendo Marco Spanghero e poi recuperando Caroti, che era stato fuori quasi tre mesi, e da qui siamo ripartiti: ci siamo allenati con più continuità, maggiore intensità, con un roster più lungo ma soprattutto con la qualità degli allenamenti. Di conseguenza, alla partita di Fabriano, abbiamo iniziato questo percorso vincendo otto partite di fila e in corsa abbiamo anche inserito un giocatore – per noi importante anche in vista della prossima stagione – come Davide Casarin”.
Vista questa straordinaria striscia di vittorie, quali sono gli obiettivi della Scaligera in un torneo difficile che ha squadre di assoluto valore?
“Non siamo partiti per vincere il campionato, ci sono altre squadre che hanno dichiarato apertamente di puntare alla Serie A. Abbiamo dato vita a un percorso/progetto che è iniziato questa estate da quando abbiamo riconfermato coach Alessandro Ramagli siglando con il nostro allenatore un accordo triennale. Stiamo cercando di creare una mentalità che possa essere vincente e che pian piano vogliamo trasmettere ai nostri giocatori. Di questo aspetto sia la guida tecnica che la società sono a conoscenza, ovvero di costruire un futuro anche a lungo termine e non necessariamente in questa stagione. Detto questo, se vinci otto partite di fila vuol dire che ci sono delle qualità e stai comunque lavorando nella giusta direzione, in un campionato molto duro e difficoltoso dove ci sono avversarie preparate che hanno ambizioni. Adesso ci sono altre 11 partite, 7 di regular season e 4 di fase a orologio dove cercheremo di fare il meglio possibile e di arrivare più pronti per giocarci i playoff. Il prossimo mese sarà fondamentale con un calendario fitto di partite e soprattutto avremo nel mezzo la Coppa Italia, una sorta di torneo nel torneo e quest’ultima competizione ci farà capire a che livello siamo e come potremo competere a cominciare dalla difficilissima sfida con Cantù”.
Una delle caratteristiche di Verona, soprattutto in queste ultime otto partite, è che tutti i giocatori che compongono il roster sono stati protagonisti suddividendosi punti e minuti.
“Nel momento in cui abbiamo deciso di intervenire sul mercato e aiutare la squadra, che comunque prima delle due sconfitte con Scafati e San Severo aveva fatto vedere cose positive inanellando sei successi di fila, abbiamo ampliato il roster chiedendo a tutti i giocatori di continuare ad essere protagonisti, perché se abbiamo l’ambizione di entrare in un playoff dobbiamo farlo con un roster lungo e completo, con i giocatori che siano mentalmente pronti a giocare dei minuti di qualità più che di quantità”.
Sul grave infortunio di Lorenzo Penna e gli inserimenti di Marco Spanghero e Davide Casarin.
“Per Lorenzo il dispiacere è stato enorme. Prima di tutto perché abbiamo perso un giocatore importante, ma soprattutto un ragazzo eccezionale: lo aspettiamo! Il suo recupero procede bene, ma difficilmente lo vedremo rientrare in questa stagione, sarebbe poco serio da parte della società forzare i tempi. Per quanto riguarda i due nuovi acquisti, Marco Spanghero è un ritorno a Verona; ho capito subito, nel momento in cui abbiamo ho parlato con Marco, che aveva un qualcosa dentro e voleva un po’ ripagare questa nostra chiamata in quanto quando venne qui la prima volta non andò benissimo sia per lui che per la squadra. Ci teneva e ci tiene tantissimo a far vedere che può essere utile alla nostra causa e si sta veramente impegnando al massimo. Per Davide Casarin era un mio pallino e ci ho lavorato tanto per portalo qui a Verona. Siamo molto felici del suo arrivo, soprattutto per un’idea contrattuale per la prossima stagione. Davide è un ragazzo da far crescere e sviluppare e poi da riconsegnare alla Reyer Venezia già pronto per giocare in Serie A. Anche per lui c’è un percorso da fare, non è semplice giocare in A2 e se ne sta accorgendo perché è un campionato formato da giocatori molto esperti che conoscono molto bene la categoria. Ha sicuramente delle doti atletiche e tecniche importanti e le sta mettendo a disposizione della squadra e di questo siamo molto contenti. Le sue prestazioni sono legate alla sua giovane età, ma ha fatto vedere che può essere un fattore sia a livello difensivo che offensivo. In diverse partite ha cambiato l’inerzia del match pur non giocando tanti minuti perché in questo momento ha qualche problema con i falli avendo una fisicità che in Serie A2 ancora non si vede”.
Verona è una piazza che ha vissuto nel passato anni straordinari, che ha passione e conoscenza di questo gioco – peraltro con lei anche protagonista in campo. Quanta voglia c’è di tornare ad alti livelli?
“C’è tanta passione, c’è stato un passato glorioso, c’è stato purtroppo un decennio di buco fondamentalmente dove la squadra non c’era o navigava nelle serie minori. Negli ultimi 10/11 anni Verona ha fatto campionati anche importanti e forse è stata sfortunata in alcune occasioni dove avrebbe potuto raggiungere la massima serie. Prima del Covid, Verona mediamente portava al palazzetto dalle 3500/3800 persone, quindi numeri veramente importanti per la seconda serie. Mi immagino cosa potrebbe essere una Scaligera ambiziosa in A tra qualche anno, pensando anche di tornare alla normalità per l’aspetto della capienza negli impianti”.
Quanto è importante avere un coach dell’esperienza e della valenza di Ramagli in un torneo così difficile?
“La carriera che ha fatto Ramagli parla per lui. Ha vinto più volte il campionato di Serie A2. Un allenatore che ha un’esperienza accumulata di tantissimi anni, pensando che l’ho avuto anche io come coach in due stagioni a Biella e Reggio Emilia; la sua conoscenza e soprattutto il suo modo di allenare, gestire i giocatori e comunicare con loro è un plus importante. Devo dire che è un plus importante anche per il club che ha una guida tecnica del genere. Per esempio, quando si fa il mercato acquisti, gli stessi giocatori sanno di avere un valore aggiunto nell’essere allenati da un coach con le capacità di Ramagli”.
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