Domenica 25 marzo sarà di nuovo derby tra Umana Reyer e De Longhi Treviso.
Alle 20.30 (diretta su Eurosport Player) è in programma la palla a due di una delle sfide più sentite per i sostenitori orogranata.
Un protagonista che resterà per sempre nella storia della rivalità sportiva è Szymon Szewczyk, ala polacca che giocò con l’Umana Reyer due stagioni (11/12 e 12/13) per 68 partite.
Abbiamo avuto il piacere di sentire Szymon, idolo dei tifosi reyerini e autore della famosa tripla che risolse il primo derby dal ritorno in Serie A dell’Umana Reyer.
“Quando arrivai alla Reyer il Club era appena arrivato in Serie A dopo tanti anni di assenza e aveva grande voglia di emergere – ricorda Szymon dal cognome impossibile – Segnai io i primi punti in Serie A contro Siena all’esordio in trasferta, appoggiando al tabellone marcato da Lavrinovič. Poi ricordo la grande gioia di battere Siena al PalaVerde e il derby con Treviso, certo. Qualcosa di meraviglioso, come l’atmosfera che riescono a creare i tifosi della Reyer, incredibile. Ho amato giocare con loro e il loro tifo che seguiva ovunque: al supermercato, in ritiro in montagna, dappertutto ci fermavano per ringraziarci. La famiglia Reyer non comprende solo i giocatori, lo staff, i dirigenti, ma anche tutti coloro che ne sono innamorati”.
“La più grande qualità dell’Umana Reyer è la stabilità del Club garantita dall’impegno di Luigi Brugnaro e Federico Casarin – continua il polacco – Sono due grandi lavoratori che si sono adoperati molto per dare prospettiva e continuità al Club, non solo dal punto di vista finanziario. Due persone che danno tutto loro stesse per il bene della Reyer con l’obiettivo di arrivare in alto.
Credo che coach Walter sia cresciuto nell’ambiente ideale e abbia imparato molto da Luigi e Federico.
Ricordo che giocai una partita contro la Reyer con lo Zielona Gora e non potete immaginare la mia felicità nel vedere i successi che stava ottenendo il Club, sono arrivati fino a vincere due scudetti, una gioia incredibile!
Ero a fine carriera perciò sapevo che sarebbe stato difficile tornare ad indossare la maglia della Reyer, ma il mio obiettivo è sfidare l’Umana da coach perché è ciò su cui sto lavorando. Spero un giorno di riuscire a diventare un buon allenatore. Ciò che hanno fatto Brugnaro, Casarin e De Raffaele insieme al Club è qualcosa di straordinario e sono davvero orgoglioso di averli conosciuti, di aver fatto parte della Reyer e che la Reyer sia una parte importante della mia vita”.
Tornando al derby…
“Durante la settimana di preparazione al famoso derby con Treviso, avvertivamo che quella partita era diversa. Come quando ero a Scafati e Avellino e sfidavamo Napoli, Roma o Bologna.
Il derby era diverso.
La nostra squadra era composta da grandi persone con grande carattere, in 20 anni di carriera mi è capitato solo 2/3 volte di avere compagni di squadra così uniti, anche dopo le sconfitte. Uscivamo insieme con le nostre famiglie e gli amici e questo è qualcosa che resterà per sempre dentro di me. Sono davvero felice di essere ancora in contatto con molti di loro tramite i social, è stato davvero bello giocare con loro, tutti per uno, uno per tutti. Abbiamo dimostrato di giocare con il cuore condividendo la palla, quel gruppo era fantastico, unico, due degli anni più belli della mia carriera.
Il famoso tiro? Non era per me, era per Rosselli!
Doveva tirare lui dall’angolo, gli avevo portato un blocco cieco, ma tutta la difesa era concentrata su di lui perché Treviso sapeva quanto fosse un buon tiratore. Mi hanno lasciato più spazio, ricordo che Ortner fece un salto altissimo per stopparmi e sapevo di dover alzare la parabola per evitare la stoppata.
Non sapevo se avrei segnato, ma credevo in me e nel mio tiro. Quando ho ricevuto palla da Guido ho deciso di tirare perché ero nel posto giusto al momento giusto, sentivo che qualcuno doveva prendersi la responsabilità e l’ho presa.
Ma non fu solo quel tiro a darci la vittoria: tutta la squadra aveva lavorato alla grande per arrivare a quel momento della gara. Quel tiro era per tutta la squadra, per tutti noi. Una tripla in un momento chiave, ma senza lo sforzo dei miei compagni non saremmo arrivati fino a lì.
Faccio un grosso in bocca al lupo alla Reyer per il derby. Ora a Treviso gioca Sokolowski che è polacco e quindi ha il mio supporto, ma un pezzo del mio cuore sarà sempre orogranata.
Ricordo che quando sono poi tornato al Taliercio con lo Zielona Gora, i tifosi hanno cantato “Szymon uno di noi, Szewczyk cuore granata”. Queste cose le porterò dentro tutta la vita.
Grazie a tutti, in bocca al lupo e forza Reyer!”.
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