Quarant’anni dopo l’impresa di Ginevra, Valerio Bianchini ricorda su La Gazzetta dello Sport quella Coppa Campioni vinta dalla sua Virtus Roma.
«La mattina della finale il nostro preparatore atletico, vede nel negozio dell’albergo alcune copie di un quotidiano italiano. Ne scorre le pagine e trova in grande risalto, un’intervista a Larry Wright, nume tutelare del Banco, nella quale l’imprendibile folletto lancia accuse a tutto spiano contro squadra e società»
«La cosa, oltre a sbalordire staff e dirigenti, poteva scioccare i giocatori che si apprestavano a combattere contro i mitici blaugrana di San Epifanio. Ci fossero stati i social come oggi, forse saremmo naufragati in un mare di polemiche, invece fu semplice intercettare tutte le copie di quel quotidiano facendole sparire dal negozio e fingere che nulla fosse accaduto».
«Accadde che i giocatori di entrambe le squadre si infilarono nel corridoio verso gli spogliatoi, quando Mike Davis del Barcellona, affiancando Larry, ebbe la pessima idea di dileggiare Wright dicendogli: “Hey Larry, questa sera starai all’asciutto perché il premio lo becco io!”. Larry cominciò col lanciare fulmini dagli occhi e finì tuonando negli spogliatoi frasi a noi incomprensibili nel suo slang della Louisiana. Era la sua ribellione al pessimo andamento del primo tempo. I compagni ne furono galvanizzati, Larry tornò imprendibile e tutti diedero un grande contributo alla vittoria finale degli “underdog” romani».
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