Si torna a giocare, in casa Allianz Pallacanestro Trieste: il 16 dicembre (ore 20.00, PalaBancoDesio, arbitri dell’incontro i signori Borgioni, Lanzarini e Perciavalle) è la data individuata per il recupero della sesta giornata a Desio, dove i biancorossi affronteranno l’Acqua San Bernardo Cantù in un confronto tra due team che hanno gli stessi punti in classifica.
In casa triestina, coach Franco Ciani analizza la situazione di una squadra che domenica scorsa è tornata in campo dopo quasi cinquanta giorni di stop: “La gestione di questa situazione – dice il vice allenatore di Trieste – è nuova e sconosciuta e, certamente non è semplice per lo sviluppo in chiave futura. Dal punto di vista psicologico bisogna considerare che noi dobbiamo riprendere ed essere subito pronti per l’impatto con delle squadre che non si sono mai fermate oppure che sono più avanti nel processo di recupero dopo vari stop. L’altro aspetto da tenere a mente è la fisicità: non è semplice recuperare e allo stesso tempo migliorare una condizione fisica che necessariamente non può essere ottimale. Una sosta del genere è paragonabile quasi alla pausa estiva, per cui possiamo dire che per noi è come essere in precampionato. Dobbiamo essere bravi a recuperare e dare tutto in due giorni, con un accumulo di partite che i nostri avversari non hanno avuto in precedenza”.
Sulla partita di domani, la lettura tattica di Franco Ciani è chiara: “Cantù non è uscita completamente dal “travaglio” post-Covid19, ma è certamente più avanti di noi. I brianzoli fanno dell’atletismo, della fisicità, della corsa e del contropiede le loro armi principali e, anche per questo, per noi sono degli avversari complicati da affrontare in questo momento. Trieste arriva da una gara dispendiosa come quella disputata contro la Virtus Bologna: dobbiamo essere pronti a mettere sul parquet grande intelligenza e controllo del ritmo, portando la gara sulle cadenze che vogliamo noi”.
Domani sarà peraltro una partita molto particolare per coach Ciani, che nel 1999/2000 visse una stagione proprio sulla panchina di Cantù allenando, fra gli altri, l’ex lungo di Trieste Casey Shaw, il bomber Antonello Riva, un Christian Di Giuliomaria in rampa di lancio ed il compianto “Chicco” Ravaglia: “Fu la mia prima stagione da capo allenatore in Serie A, dopo le sei partite di Gorizia dell’anno precedente. Ci sono tanti aspetti che l’hanno resa speciale, quell’annata: abbiamo creato una sinergia straordinaria in un gruppo che, a parte qualche nome importante, aveva tanti giocatori in crescita e diversi elementi da scoprire. Il ruolo di Ravaglia fu importantissimo e la sua presenza contò molto per farci legare: quando venne purtroppo a mancare, questo episodio cementò ulteriormente il legame del gruppo e portammo a compimento una stagione bellissima, riuscendo addirittura a battere la Kinder Bologna di Ettore Messina, ottenendo la certezza della permanenza in Serie A. Lo annovero tra i ricordi più dolci ed appassionati della mia carriera”.
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