Tutti, da bambini, abbiamo giocato, almeno una volta, a fare gli indiani. Indiani d’America, si intende. Il rito sempre lo stesso: mano leggermente appoggiata alla bocca e pronti con l’urlo forse più famoso al mondo; un’usanza di un popolo antichissimo divenuta leggendaria perlopiù grazie a pellicole cinematografiche di genere western, che per decenni hanno riempito gli schermi dei televisori quando ancora non esistevano le “Smart TV”. Ma non finiva qui, perché all’urlo indiano – tanto odiato da genitori e vicini di casa – i bambini più creativi abbinavano talvolta anche fasce e fascette, indossate sempre con fierezza. Poi, se il coraggio e la creatività superavano gli standard medi, il volto veniva persino pitturato con tempere colorate, preferibilmente rosse, colore della pelle dei nativi americani.
C’è chi, però, tutto questo, non lo ha dovuto imparare da film o fumetti, ricorrendo a una qualche imitazione. Questo qualcuno porta il nome e il cognome di Trevon Allen: è lui uno dei due nuovi statunitensi della S.Bernardo-Cinelandia Park. La peculiarità di Trevon, infatti, oltre alle già mostrate capacità di fare canestro nella sua giovane carriera, è l’appartenenza – sua e della sua numerosa famiglia – a un’antica tribù indiana: i “Nez Percés”, in lingua italiana “Nasi Forati”, bravi a cacciare ma, storicamente, ancor più portati ad allevare cavalli. È in questa tribù, situata a Lapwai, nello Stato dell’Idaho, che Trevon ha trascorso quasi la sua intera vita.
Figlio di Alan Allen e Sonya Samuels, Trevon è però iscritto a Umatilla, riserva confederata indiana istituita più di 160 anni fa, situata geograficamente nella zona centrale dell’Idaho e, in parte, negli stati di Oregon e Washington, dove – all’High School di Clarkston – il neo acquisto di Cantù ha conseguito il diploma. Poi, il percorso collegiale all’Università dell’Idaho, la stessa frequentata anche dal padre nei primi anni ’90, che in quell’ateneo ricordano ancora molto bene per le sue eccezionali doti da giocatore di football americano. Uscito dal college, papà Alan giocò tre stagioni da professionista con gli England Monarchs, squadra di Londra partecipante alla World League of American Football, nota successivamente come NFL Europe.
Ma la tradizione sportiva della famiglia Allen non si ferma: anche Tru, fratello minore di Trevon, gioca a pallacanestro. Tru, vent’anni, più giovane di tre rispetto al maggiore, ha da poco iniziato il college a Northwest Nazarene, mandando in archivio la sua prima stagione da matricola. I due fratelli hanno frequentato lo stesso liceo, con un’unica differenza: il piccolo Tru detiene il record all-time della scuola per punti realizzati, confermando di avere nel sangue la stessa capacità di segnare del fratello, il quale, per la sua esperienza in maglia canturina, non ha dimenticato di portare con sé arco e frecce, pronto a colpire le difese avversarie. Oltre alla pallacanestro, Tru e Trevon condividono tante altre passioni come quelle per la tecnologia, i film e le serie su Netflix, i videogiochi, la pizza – il loro cibo preferito in assoluto – e per diversi generi musicali come hip-hop, r&b e rap. Non esiste solo lo sport, dopotutto.
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