In una lunga intervista su “Tuttosport”, Demonte Harper si racconta parlando del motivo che lo ha convinto a tornare in Italia dopo le esperienze di Brindisi e Avellino: “Perché è una lega molto competitiva, di alto livello. Poi mi piace tutto del vostro Paese: il cibo, le città, l carattere delle persone. Tortona è al nord dove non avevo mai giocato ed è vicina a grandi città. Era un’occasione per me e la famiglia”.
Harper ha praticamente già giocato in tutta Europa: “Sì, amo viaggiare, conoscere nuove culture, popoli diversi, abitudini, lingue, cibo. È una grande opportunità che non hanno tutti, anzi. È un’opportunità anche per la mia famiglia, mia mogie e i tre figli. Sono davvero grato di aver scelto di giocare a basket e visitare tantissimi Paesi”.
Harper ha anche la passione per la pittura: “È mia moglie la pittrice, quella brava, io disegno. È l’attività che mi permette di distrarmi, liberare la mente. Non ho un tema preferito, a volte scelgo un paesaggio, provo a riprodurre una foto, per fare due esempi. Mi piace creare”.
Poi l’americano ha parlato molto del Derthona: “La mia sensazione è che Tortona sia un’ottima squadra, un gruppo di brave persone, competitive il coach ha fatto di tutto per inserire i nuovi. A me piace vincere, sono qui per questo. So che hanno avuto una grande stagione e faremo ogni cosa per migliorarci”.
Harper viene da una stagione molto positiva a Limoges (Francia) con Massimo Cancellieri come coach: “Una gran persona, è mio amico. Abbiamo avuto una grande stagione. All’inizio abbiamo fatto in tanti il covid, è stata dura riprendere. Ma verso gennaio abbiamo iniziato a vincere. Anche lì c’era un bel gruppo che poi è il primo segreto per vincere”.
Gli mancherà non giocare le coppe? “Sì e no. Sì per la competizione, io voglio giocare e vincere e le coppe sono davvero grandi competizioni. No, invece, perché è bello davvero stare di più in famiglia, viverla, trascorrere tempo con i figli. Ma so che a Tortona stanno costruendo l’impianto per l’Europa e sarò felice di tornare nelle Coppe”.
Sull’idolo non ci sono dubbi: “Uno da ragazzo: Kobe Bryant. Giocavo a football e sono di Nashville, tifo per i Tennessee Titants NFL”.
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