Dopo la scintillante prestazione di sabato contro la Virtus Segafredo Bologna, Riccardo Tavernelli si è raccontato a Piero Guerrini su “Tuttosport”, focalizzandosi soprattutto sulla sua laurea in Economia aziendale e Marketing e su un corso ultimato da dirigente sportivo: “Sono convinto che non solo sia possibile studiare e giocare da professionista, ma che lo studio aiuti. Se hai la mente aperta puoi studiare meglio gli avversari e cogli prima le situazioni in campo. Come si fa? Semplice: bisogna pensare di dedicare almeno un’ora, ¬un’ora e mezza al giorno ai libri”.
Poi ci si sposta a parlare di pallacanestro, del suo ruolo da capitano in Serie A e del debutto a 30 anni a questo livello: “Ho avvertito la responsabilità, ma un vantaggio è stata la conferma dei due reduci dalla A2 e l’arrivo di Chris Wright e Tyler Cain che conoscono da anni l’Italia e la categoria. Sono contento di essere arrivato in Serie A perché è stato sempre l’obiettivo della mia vita e perché ci sono arrivato con le forze mie e della squadra. Un conto è essere ingaggiato per fare numero, se sei italiano, un altro arrivarci con una promozione”.
Infine, c’è spazio anche per le aspettative e le sensazioni su questo Derthona: “Buone con la consapevolezza di dover migliorare. Se troviamo in particolare la continuità, sia nell’arco della partita sia nel corso delle settimane perché finora abbiamo alternato vittoria e sconfitta, perso di 30 a Trieste e vinto di 20 con la Virtus, allora possiamo andare ai playoff”.
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