Sportando Power Rankings LBA Serie A | Dalla sedicesima alla tredicesima posizione

Sportando Power Rankings LBA Serie A | Dalla sedicesima alla tredicesima posizione

Entriamo nella settimana del ritorno in campo per il campionato di LBA Serie A. E dopo la Top 10 dedicata ai colpi estivi, è il tempo dello Sportando Power Rankings. Partiamo da chi lotterà per la salvezza, da 16esimo al 13esimo posto

14 – Carpegna Prosciutto Pesaro

Coach: Jasmin Repesa (nuovo)

Sino al 6 giugno la VL Pesaro era una società che da mesi immaginava una ripartenza in A2, pronta a puntare su italiani di categoria e con un progetto cittadella (e settore giovanile) portato avanti dall’ex presidente di Olimpia Milano Livio Proli.

Sino al 6 giugno, appunto, perché da lì si è tornati all’antico, rilanciando il budget anche in virtù di un affetto, e seguito, che non era venuto troppo meno neanche in una stagione di sole (o quasi) sconfitte.

L’assunzione di Jasmin Repesa è stata una dichiarazione d’intenti, celata dietro un talento tecnico fondato sulla crescita dei giovani che, a dire il vero, nel roster trova sfogo solo su Henri Drell, Marko Filipovity e forse Beniamino Basso.

Di certo, quella del club pare una “rinuncia alla resa” che passa per un inseguimento alla nobiltà perduta, un posto al sole che tuttavia dovrebbe brillare in una stagione disgraziata dalla nascita, per tutti, e dunque senza grandi punti di riferimento.

Il budget “tenendo conto del pubblico” (e le voci di tagli all’evenienza) non pare grande referenza, ma in campo i volti impongono fiducia. Ariel Filloy, pur nella parabola discendente, Carlos Delfino, Matteo Tambone e Tyler Cain sono più di una sicurezza in LBA Serie A, e certamente garantiscono bei paletti per elementi in cerca della grande occasione.

In regìa ecco Justin Robinson: uomo da p&r, buon realizzatore, assistman di vertice in Francia con Chalon, genio e sregolatezza assolutamente cestistica. Accattivante l’accoppiata con Frantz Massenat, istintiva play/guardia di grande irruenza al ferro.

Da costruire, come detto, Henri Drell e Marko Filipovity. Il primo, guardia da 205 centimetri classe 2000 con reiterate ambizioni NBA, deve diventare giocatore a tutto campo, di difficile abbinamento per le difese avversarie e in grado di opporsi su tre ruoli in difesa.

Il secondo, alla prima reale esperienza lontano dall’Ungheria, dovrà comprendere se diventare davvero un’ala piccola di fisico e centimetri, o un “4” perimetrale adagiandosi su rimbalzi e tiro dall’arco. Certamente, nel reparto, manca ancora un giocatore.

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