11 – Allianz Trieste
Coach: Eugenio Dalmasson (confermato)
Dal 2010 Trieste, che sia Alma o Allianz, porta soprattutto il nome di Eugenio Dalmasson. Una continuità che ha conosciuto qualche scricchiolio, soprattutto nella passata stagione, ma che rappresenta il punto di forza di un club profondamente legato al territorio.
Il resto è ovviamente Mario Ghiacci, simbolo di una difficile transizione societaria, che anche in piena pandemia ha allontanato le voci sinistre sul futuro. E allora piano congegnato per una salvezza senza pensieri, e soprattutto senza necessità di duro intervento nel mercato invernale.
Si parte da una volontà: squadra da transizione e aggressività difensiva, nata per tenere altissimo il ritmo e fare male soprattutto dall’arco. Il tutto secondo il modello di una regìa “nostrana”, con un giocatore “clutch” come Juan Manuel Fernandez e un Tommaso Laquintana alla grande occasione in carriera, dopo la buona risposta anche in EuroCup con Brescia.
Un rischio? Assolutamente sì, ma anche un pregio, per chi nel pacchetto italiani può contare su Davide Alviti, emerso bene in Serie A con Treviso, buoni mestieranti come Andrea Coronica e Matteo Da Ros, e l’intramontabile Daniele Cavaliero.
Il resto lo faranno il gruppo di americani. Milton Doyle è un tiratore pericolosissimo dall’arco e con buon fisico, Myke Henry un’ala piccola purissima in grado di fare la differenza anche in avvicinamento al ferro, Ike Udanoh un senatore del nostro campionato con massima presenza nei momenti caldi, e DeVonte Upson un lungo in cerca della sua dimensione ma di ineccepibile presenza atletica.
A corollario del tutto Andrejs Grazulis, un “nuovo” Peric rivelatosi nella sua totalità in A2 con Tortona: rudezza, tecnica, tiro.
Nel complesso, un talento offensivo da certificare ma braccia lunghe per difendere. Alla Dalmasson.
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