7 – Khimki
Coach: Rimas Kurtinaitis (confermato)
Entriamo in una delle “terre del dolore” della passata stagione. Un passo da playoff nonostante il record negativo in EuroLeague, la sensazione di avere tutte le armi (e i giocatori russi) per vincere in VTB dopo quattro finali perse in cinque anni e otto titoli in fila del Cska.
Invece, per Rimas Kurtinaitis, si riparte da zero, o meglio, dai protagonisti della scorsa stagione oltre ad alcune aggiunte pesantissime, ma bisognose di enorme lavoro d’inserimento.
I guai fisici di queste settimane non hanno aiutato, e allora tutto nasce come sempre dallo “zar” Alexey Shved, che la presenza di Jovic, e l’arrivo di Errick McCollum, si rivorrebbe in guardia per lunghi minuti, scevro da compiti di regìa.
In questi casi la condizione si chiama “fiducia”, nello staff tecnico e nei compagni. Non una missione semplice, ma fondamentale, per una squadra che ha tutto per fare bene.
Oltre a play di diversa fattura, c’è anche il tiratore Bertans, l’ala piccola talentuosa e fisica Janis Timma, e un reparto lunghi stazzato, capace, mobile. Jerebko ha dimostrato di essere dominante da ala forte e da centro, Mickey ha fatto bene a Mosca ma anche a Madrid, Monia e Booker possono garantire minuti, e poi…
… e poi c’è Greg Monroe. Con il Bayern l’individualità è andata bene, il collettivo meno, ma lunghi con quelle letture in EL ne esistono pochi. E Shved avrebbe una sponda per bombardare da ogni posizione.
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