Marco Crespi, da quest’estate direttore della Dolomiti Energia Basketball Academy, sarà nei prossimi giorni una delle voci narranti dell’Eurobasket 2022 per Sky Sport. Queste le sue parole in esclusiva a Sportando.
Partiamo dal fondo, ovvero dalla pessima notizia dello stop di Danilo Gallinari. Una perdita pesantissima per la nazionale di Gianmarco Pozzecco.
«Che oltretutto arriva in un momento di forte coinvolgimento emozionale, nel pieno di un terzo quarto dove ha messo in mostra una prestazione inarrestabile. Stava dimostrando, con i fatti, di poter dare un apporto importante senza esigere qualcosa di più. Una perdita importante, cui bisognerà rispondere con le idee. Danilo Gallinari è insostituibile. Non bisogna interrogarsi su chi gioca adesso, ma su cosa fare di diverso senza di lui».
Danilo Gallinari, non è il solo, vittima durante le finestre di qualificazione alla prossima World Cup. Al di là di tutto, queste due gare, non solo quelle dell’Italbasket, paiono un’ottima promozione “tecnica” per l’Eurobasket in arrivo.
«Questo accostamento infortuni-finestre, oggi come oggi, è un falso. Al posto di queste due gare avremmo avuto delle amichevoli, meno impattanti come “lancio”, ma di identico effetto parlando di infortuni. Se vogliamo lavorare ad un calendario più coerente non posso che essere d’accordo, ma se vogliamo usare questi infortuni per dire che si gioca troppo, mi pare politica mediocre. Evidenzio però il fatto di come oggi, i club, si ritrovino i loro giocatori ad una settimana, due, dal via delle competizioni. Visto che sono loro ad investire, mi pare un controsenso».
Intanto è al via un Eurobasket di grande livello.
«Nelle scorse edizioni si guardava alle assenze. Ora, se ci sono, non ci facciamo neanche troppo caso. Abbiamo Nikola Jokic, due titoli di mvp in tasca, Giannis Antetokounmpo, campione NBA solo un anno fa, e una stella come Luka Doncic, solo per fare tre nomi. Un Eurobasket con ribalta mondiale».
In tutto questo, che ruolo può avere Italbasket? Pozzecco è il personaggio, ma saprà anche essere spinta per questa squadra?
«Un allenatore non deve essere personaggio. Il personaggio è il gioco. Sino ad oggi ha portato avanti scelte significative e senza condizionamenti».
A voi il ruolo del racconto: quali devono essere oggi gli strumenti per la diffusione del gioco in Italia?
«Dare forza alle idee. Oggi arriviamo agli appassionati spesso solo con gli highlights. Non dico che sia sbagliato, ma bisogna andare oltre, spiegare le idee. Raccontare quel che c’è dietro ad un canestro, seguire il percorso dell’idea, del dubbio. Che storia, che cammino c’è dietro la formazione di una squadra? Come ci si arriva? Accettando anche che possa esserci del casuale».
Si dice sempre, almeno in Italia, che le società siano restie ad aprire le porte alla stampa?
«Non entro in questo dualismo. Resto all’origine del tutto. Bisogna solo iniziare, provare. A volto basta questo».
Commenta
Visualizza commenti