Shabazz Napier, playmaker che ha chiuso le ultime due stagioni con l’Olimpia Milano, di recente ha concesso un’intervista a BaystateBanner.
Tra gli argomenti trattati la sua infanzia a Mission Hill e la decisione di investire in un progetto per rilanciare il suo quartiere.
“Sono cresciuto senza un padre. Mia madre, Carmen Velásquez, mi ha cresciuto con un senso di disciplina e valori che mi hanno sempre accompagnato nel corso della mia vita. Conoscevo la strada fin da piccolo, ma sono riuscito a farmi strada in molti quartieri diversi perché avevo la reputazione di un buon giocatore di basket che non amava la violenza di nessun tipo. Questo lo devo in gran parte al modo in cui mia madre mi ha cresciuto. Ho avuto anche molte figure paterne che mi hanno tenuto sulla retta via. Non sono stato un ragazzino perfetto, ma ho sempre saputo fino a che punto potevo spingermi….”Vorrei che molte delle persone con cui sono cresciuto avessero avuto l’opportunità di viaggiare in altri Paesi e di vedere il mondo….Quando si ha la possibilità di vedere altri luoghi e altre persone, cambia proprio la prospettiva della vita stessa”.
Il P3 Roxbury Project prevede di costruire 310 unità abitative a prezzi accessibili sia per la vendita che per l’affitto. Inoltre ci saranno spazi per attività gestite da donne e/o minoranze, per un’associazione contro il razzismo e per la nuova sede di LabCentral Ignite. Il tutto dovrebbe generare circa 1.600 posti di lavoro nell’edilizia e oltre 2.700 posti di lavoro permanenti.
“Voglio che mio figlio Lenox sappia che suo padre gli ha lasciato qualcosa di valore da poter ammirare e di cui essere orgoglioso”, dichiara con orgoglio Napier. “Voglio ringraziare il reverendo Brown e Thomas O’Brien per avermi dato questa opportunità di restituire qualcosa alla comunità che mi ha aiutato a diventare l’uomo che sono oggi. È l’occasione di una vita e intendo sfruttarla al massimo”.
Napier, che nell’articolo viene ancora definito ‘il playmaker dell’Olimpia Milano’, confessa che uno dei suoi sogni è quello di diventare un coach NBA: “Ho solo 33 anni e vorrei rimanere nel mondo del basket. Credo di avere molto da offrire ai giovani talenti della NBA moderna”.
Commenta
Visualizza commenti