Torna il Punto di Sportando su Serie A, Petrucci, Trinchieri e Paolo Banchero. Procediamo rapidi.
Derthona, dimostrazione di forza e coralità
E’ ancora una volta la coralità a strabiliare di questa Bertram Derthona, che prova a ripetere nel passo la Brescia della stagione 2017-2018 (le vittorie furono nove in avvio di stagione).
Coralità, sì, con dieci giocatori su dodici oltre i 13’, quattro in doppia cifra, e con la coppia Daum-Macura, le cui conferme sono state il grande colpo dell’estate, ferma a 13 punti in due.
Ancora in doppia cifra Radosevic, 18 di un Christon che è oggi il leader della squadra. Ma il lavoro grosso, ancora una volta, è quello di coach Ramondino, per quanto alla guida di un roster che è un lusso senza Europa.
Venezia, semplicemente, non è mai esistita. Sono solo cinque le giornate alle spalle, ma questi risultati non sono frutto del caso. Questa squadra può restare davanti, e divertire, come il Banvit che stupì la Turchia degli Efes, dei Fenerbahce e dei Galatasaray nel 2013-2014.
Certo, in campo c’era gente come Charles Davis, Stefan Markovic, Klemen Prepelic e l’mvp Sammy Mejia. Ma anche un certo Dimitris Itoudis in panchina.
Carpegna Prosciutto Pesaro, le scelte
Una cosa è sicura, per quanto si sia solo a fine ottobre. Pesaro oggi può contare su un avvio positivo di stagione anche e soprattutto grazie a due scelte vincenti.
La prima è Muhammad-Ali Abdur-Rahkman, classe 1994 alla seconda esperienza in Europa dopo i 14.9 punti in Fiba Europe Cup con il Legia.
Al momento viaggia a 19 punti in 30.2’ con 4.6 assist, sempre in doppia cifra, in tre occasioni su cinque sopra i 20 punti.
Quindi Kwan Cheatam, ala classe 1995 di Vallejo, California, su cui a dire il vero c’erano grandi aspettative dopo l’11+5 ad allacciata di scarpe in Spagna con il Fuenlabrada.
Tiro vincente a parte, ma mica tanto, con Brescia, 15.8 punti in LBA con 6 rimbalzi, in doppia cifra in quattro occasioni su cinque.
Li ha presi Pesaro. Complimenti a chi ci ha visto lungo.
Petrucci, Banchero e la Virtus
Il fine settimana è stato “agitato” come di consueto dalle parole del presidente della FIP Gianni Petrucci. Significativo come il basket, a livello di stampa, ricorra sempre al numero uno per smuovere le acque, come se altri spunti venissero a mancare.
Parole che contano comunque, in primo luogo in merito a Paolo Banchero: «Mira al Dream Team Usa, ma noi non siamo terzo mondo rispetto all’Nba. In azzurro può essere il numero uno». Vero, può essere il numero uno qui da noi, ma quel “mira il Dream Team” ci aveva spaventato.
Fortuna nostra, scopriamo ora che sei giorni fa il buon Paolo si era già espresso così: «Ho intenzione di giocare per la nazionale italiana, non so quando, ma non vedo l’ora».
Passando oltre il riferimento alla Virtus Bologna, anche se sarebbe anche giunta l’ora a quasi cinque mesi dalle LBA Finals 2022 di riporre l’ascia di guerra su ogni fronte, chiudiamo così: «Trinchieri dice una solenne banalità. Sembra un buon allenatore, ma fa parte di coloro che pensano di sapere tutto. E mi fanno paura quelli così». E pensare che il coach del Bayern aveva parlato di movimento che si muoveva nella direzione giusta…
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