L’esonero di coach Stefano “Pino” Sacripanti, dopo la sconfitta con Varese, ha destato sicuramente grande sorpresa: l’allenatore brianzolo è stato esonerato nonostante fosse stato eletto MVP alla fine del girone d’andata e la squadra fosse a +4 punti dalla zona salvezza; un esonero tra Covid (ben tre ondate) ed infortuni pesanti che hanno condizionato la stagione e il lavoro dell’allenatore. Sportando lo ha sentito telefonicamente.
“Onestamente non mi aspettavo questo esonero. C’è sicuramente tanta amarezza perché avrei voluto finire la stagione ed ero convinto di portare la nave in porto. Qui a Napoli c’è un grande progetto con una società solidissima e una proprietà importante in una città meravigliosa; dà molto dispiacere avere interrotto questo grande progetto che avevamo iniziato insieme in cui io credevo moltissimo. Spero vivamente in tutti i modi, ne sono convinto, che la squadra si possa salvare, probabilmente l’essere andata troppo bene nel girone d’andata ha pesato su questa decisione; ho preso la squadra da ultima in A2 arrivando poi terzi e l’anno successivo abbiamo vinto il campionato e la Coppa Italia ritornando in Serie A. Ho fatto un scelta anche coraggiosa, perché dopo 20 anni di Serie A sono sceso in A2 vincendo e quest’anno partendo da una base solida di giocatori di A2 che ci avevano portati nella massima serie. C’è da considerare le tante problematiche avute a cominciare dalle uscite/infortuni di Mayo, Elegar, Pargo e poi questa rotazioni di giocatori, ma soprattutto queste tre ondate di Covid che hanno colpito i giocatori e anche me in maniera abbastanza pesante portandoci a non lavorare per un periodo importante”.
Sulla città di Napoli.
“Io amo Napoli, se ci sarà la possibilità che io rimanga a vivere qui lo farò. È una città meravigliosa che non finisci mai di scoprire che ha una solarità e una visceralità veramente unica. Mi dispiace vedere svanire in questo modo un progetto che doveva essere di tre anni”
La grande solidarietà di allenatori come Frank Vitucci e Marco Sodini.
“Mi fa molto piacere prima di tutto a livello personale perché sono due colleghi di cui ho grandissima stima, ma non posso dire che ho una amicizia profonda con loro e quindi ciò mi fa ancora più piacere. Mi fa riflettere sempre di più del nostro ruolo di allenatore di come siamo attaccati a un filo sul risultato. Oggi mi ha fatto una telefonato, per me davvero molto importante, Marco Ramondino, e come diceva Matteo Boniciolli, ha vinto i quarti di finale, la semifinale e la finale l’anno scorso fondamentalmente di un tiro, di un fallo, di un episodio piccolo e gli è cambiata la carriera dimostrando a tutti di fare un’ottima pallacanestro anche in Serie A1 con i grandi risultati che sta avendo. Noi a Cremona, con Velicka, abbiamo sbagliato l’ultimo tiro: se l’avesse segnato eravamo qui a parlare di altro. Questo per dire che noi allenatori siamo legati agli episodi e questo comporta un certo imbruttimento del nostro mestiere. Questa solidarietà che mi è arrivata da tanti allenatori mi fa enormemente piacere”.
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