In esclusiva a Sportando, Andrea Pecchia fresco di rinnovo con Cantù ha chiacchierato con noi, ripercorrendo la sua prima stagione in A1 con la maglia del club brianzolo.
Sul rinnovo
«Onestamente me lo aspettavo. Avevo tanta voglia di rimanere qui e siamo riusciti a trovare l’accordo per un altro anno. La scelta di rimanere in questo club è la migliore per continuare a crescere. Qui mi sono trovato davvero molto bene e volevo continuare a lavorare con coach Cesare Pancotto, che ha sempre dimostrato di aver fiducia in me. Ringrazio questa società per aver creduto in me. Sono felicissimo e sono sicuro che ci divertiremo».
Sulla sua prima annata in A1
«Il bilancio è più che positivo. Sono soddisfatto perchè piano piano sono riuscito ad adattarmi in questo campionato. Venivo dalla bellissima esperienza con la maglia di Treviglio, ma sapevo molto bene che sono due campionati completamente diversi. C’è indubbiamente una fisicità diversa. Ringrazio i miei compagni, lo staff tecnico e la società perché è stata una stagione davvero molto emozionate ed è tutto merito loro. Avevo scelto Cantù perchè sapevo che mi avrebbe fatto giocare e mi avrebbe dato fiducia ed infatti è stato cosi».
Coach Cesare Pancotto
«E’ stato fondamentale per il mio percorso di crescita. Come ti ho detto prima ho scelto di venire qui, perchè sapevo di avere la fiducia da parte di tutti. Non tutti gli allenatori credono così tanto nei giovani italiani ed invece lui lo ha fatto, concedendomi anche qualche errore. Sono davvero molto grato a lui ed ho scelto di restare anche per lui».
La stagione di Cantù
«Fino a che si è potuto giocare ci trovavamo a metà classifica, ovvero tra la zona salvezza e quella dei playoff. Eravamo un gruppo formato da un mix di rookie americani ed italiani, che nel tempo è cresciuto molto e si è tolto delle soddisfazioni. Mancavano ancora alcune partite e quindi non possiamo sapere come sarebbe andata a finire, ma devo dire che siamo tutti molto contenti del percorso fatto».
Storia e Tradizione
«Giocare per questo club prestigioso sia in Italia che in Europa è un motivo d’orgoglio. Mi ricordo di quando giocavo nelle giovanili dell’Olimpia Milano e andavo a vedere i derby, capivo quanto questa sfida è sentita. A Cantù la pallacanestro si vive in toto e c’è una passione incredibile, specialmente quando si giocano i derby e con la Fortitudo Bologna. Nelle settimane di preparazione a queste partite ho ricevuto tantissimi messaggi da parte dei nostri tifosi che mi hanno davvero caricato molto. Si è creato un bellissimo rapporto con gli Eagles e con tutti i tifosi canturini. E’ una tifoseria molto calda e a me piace la cosiddetta “bolgia”. Nonostante giochiamo al Pala Desio, sembra di essere ancora al Pianella».
Il capitolo Treviglio
«Sono stati tre anni bellissimi, dove sono cresciuto molto. Ringrazio in particolar modo coach Vertemati che ha creduto in me e mi ha dato fiducia. Sono riuscito anno dopo anno a migliorare sempre di più. Ho avuto anche l’onore di essere il capitano della squadra ed è stato molto importante perchè sapevo di dover essere ancora più responsabile visto il ruolo che ricoprivo».
La Nazionale
«Era un obiettivo e quando è arrivata la chiamata da parte di coach Meo Sacchetti sono stato molto contento, perchè fin da bambino ho sempre sognato di poter vestire la canotta azzurra. Purtroppo a causa di un piccolo infortunio, non ho potuto fare l’esordio con la Nazionale, ma so che in futuro avrò l’occasione. Con Meo Sacchetti c’è un bellissimo rapporto e mi ha iniziato a seguire già dai tempi di Treviglio».
Il lockdown
«E’stato giusto fermarsi vista la grave situazione legata al Covid-19. E’stato davvero brutto non poter concludere la stagione, visto che eravamo nel momento più importante, ma non c’erano le condizioni per farlo. Mi è mancato tutto: i compagni, gli allenamenti e le partite. Non vedo l’ora di poter tornare a calcare il parquet. All’inizio non è stato semplice, ma poi grazie all’allenamento individuale, ai miei genitori sono riuscito piano piano a metabolizzare il tutto. Ora sto ricominciando a tornare alla “normalità” e mi sto continuando ad allenare duramente, per essere pronto per l’anno prossimo».
La prossima stagione
«Non avrò nessun tipo di pressione, anzi non vedo l’ora di ricominciare. E’ normale che le persone si aspettino tanto da me, ma voglio crescere ancora e soprattuto migliorare. Devo e voglio lavorare duramente perchè il lavoro paga sempre».
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