E’ stata la notte di James Harden in NBA. Contro i Lakers, in una gara senza storia, ha prodotto 16 punti in 31’ con 5/16 dal campo.
E’ stata la quarta gara in fila sotto i 20 punti, la serie più lunga dal 2011-2012, quando era a OKC. Dopo aver dominato la classifica marcatori della Lega nelle ultime tre stagioni, è attualmente fermo a 24.8 a partita, diciottesimo assoluto. Mai così in basso da quando è arrivato a Houston.
Nel dopogara, le sue parole sono state essenziali, quanto nette: «Non siamo abbastanza bravi… Io amo questa città. Ho letteralmente fatto quanto era possibile. Voglio dire, questa situazione è folle. E’ qualcosa che credo non si possa risolvere». Dopo un «grazie», ha quindi lasciato i microfoni.
Non ci sono state altre domande dunque, nè altre risposte, anche perché in NBA non si può richiedere a gran voce sui media uno scambio, come dimostrato in passato da Anthony Davis e Dewayne Dedmon.
Sino ad oggi il “Barba” aveva evitato di commentare i “rumors” sul suo futuro, a partire dalla richiesta di “trade” arrivata in estate. Ora, queste parole, sanno di un tentativo di “forzare” la mano alla società, e lasciare Houston.
Secondo ESPN la volontà del giocatore sarebbe finire a Brooklyn, dove peraltro è in corso il “caso Irving”, per ricongiungersi all’amico Kevin Durant e dare l’assalto al titolo.
Su The Athletic la “beat writer” Kelly Iko ha sottolineato il serio approccio del giocatore una volta raggiunti i compagni in palestra dopo le questioni di inizio stagione, ma il record della squadra in campo ne avrebbe esaurito la pazienza.
La sensazione è che il braccio di ferro sia iniziato, e che non possa più arrestarsi.