Una weekend di riposo ed una settimana senza partite. L’Olimpia Milano (come le altre squadre di A) può tirare un po’ il fiato e staccare un attimo, tirando un primo (molto parziale) bilancio. Quello biancorosso è di 13 vittorie e 8 sconfitte, nelle 21 partite ufficiali giocate da settembre ad ora. Non certo un record esaltante per la squadra di Messina, per un avvio di stagione complicato. Dove sono arrivate prestazioni altalenanti: da una parte alcune vittorie di rilievo, come la Supercoppa o le sfide europee con Virtus, Real e Maccabi, dall’altra alcune sconfitte pesanti e preoccupanti, come avvenuto con Zalgiris, Trento e Alba Berlino.
Una squadra che sta cercando ancora la sua identità, sempre martoriata da continui infortuni e anche da qualche scelta estiva rivelatasi non felicissima. Gli arrivi di Mannion e Gillespie dovranno metterci una pezza, sperando anche in un rientro definitivo di Nebo, quello che era stato il grande colpo del mercato milanese. I primi mesi hanno confermato che questa Milano non ha le caratteristiche per tenere gli avversari a 70-75 punti, ma, ancor di più con l’arrivo di Mannion, deve puntare a fare un punto in più dell’avversario. Farne sempre almeno 80-85 e trovare quei momenti difensivi per tenere le rivali sotto quella quota.
Un’EA7 diversa dal passato recente e un po’ meno ‘messiniana’, pensando ai concetti fatti vedere storicamente dalle squadre del coach biancorosso, salvo qualche eccezione. Dove questa trasformazione porterà è difficile da dire. Gli incroci sinora avuti con le favorite di Eurolega hanno detto che l’Olimpia pare lontana da quel livello, ma può permettere all’EA7 di correre fino all’ultimo per un posto in post-season. Per la LBA, si vedrà tra qualche mese, quando si entrerà nel vivo. D’altra parte, nonostante l’avvio complicato, Milano è messa meglio in classifica rispetto allo stesso periodo di un anno fa, sia in Italia che in Europa.
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