Da oggi, lunedì 28 marzo, Riccardo Moraschini non è più un giocatore di Olimpia Milano. Il club ha comunicato la risoluzione anticipata di un contratto con scadenza 30 giugno 2022.
Ripercorriamo le tappe della vicenda che hanno portato alla squalifica di un anno del giocatore, e quindi alla fine della sua avventura in biancorosso.
21 ottobre, vigilia di Olimpia Milano-Asvel. Arriva il comunicato del TNA: «Il Tribunale Nazionale Antidoping, in accoglimento dell’istanza proposta dalla Procura Nazionale Antidoping, ha provveduto a sospendere in via cautelare l’atleta Riccardo Moraschini (tesserato FIP), riscontrato positivo alla sostanza Clostebol Metabolita, a seguito di un controllo fuori competizione disposto da NADO Italia, effettuato al termine della seduta di allenamento svolto ad Assago il 6 ottobre 2021».
Clostebol Metabolita. La stessa sostanza riscontrata nel corso di Christian Burns il 12 maggio 2019. Poche ore dopo, il comunicato di Olimpia Milano:
La Pallacanestro Olimpia Milano, ricevuta notifica della positività riscontrata nell’atleta Riccardo Moraschini durante un controllo antidoping amministrato il 6 ottobre scorso da NADO Italia, ha preso atto della sospensione cautelare del giocatore e allo stato attuale non può che attendere l’esito delle controanalisi, riservandosi ogni altra valutazione non appena verrà fatta la necessaria chiarezza sull’episodio.
Seguono giorni di silenzi e ipotesi. Si attendono le controanalisi, ma Ettore Messina il 21 novembre dice altro: «Voglio anche dire due cose però sulla vicenda di Riccardo Moraschini, perché lui da tempo ha rinunciato alle controanalisi e questo ritardo nella decisione non so a cosa sia dovuto, ma è una cosa negativa per lui e per noi. Non so da cosa dipenda, ma è la sua carriera, la sua vita, e tutti meriteremmo di sapere cosa deve succedere».
L’udienza, inizialmente fissata per il 20 dicembre (il giorno dello scoppio del focolaio in squadra), slitta al 22.
Il giocatore, intanto chiarisce su Twitter:
Le controanalisi non servono se hai già individuato il problema della tua positività. Non sono altro che testare il secondo campione prelevato dalle stesse urine=perdita di tempo e tanti soldi…così chiariamo una volta per tutte
— Riccardo Moraschini (@morasca9) December 5, 2021
Si attende la sentenza, poco dopo Capodanno la anticipa Riccardo Moraschini stesso su Instagram:
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La squalifica è di un anno, una mazzata, ma il giocatore sceglie l’appello, sostenuto dai compagni, da ex come Andrea Cinciarini e anche dagli Ultras Milano.
Intervistato dal Carlino, dirà: «Sono diventato positivo per una contaminazione indiretta, per osmosi. Una persona che ho frequentato assiduamente stava usando uno spray cicatrizzante consigliato da un farmacista per curare una ferita. Quel medicinale conteneva il Clostebol, una sostanza proibita solo in Italia e in Sudafrica, e per la sua volatilità é come se l’avessi assunta anche io. E’ stato accertato senza ombra di dubbio che i fatti sono andati così, ma questo non è bastato per dimostrare la mia innocenza».
L’appello viene fissato per il 18 febbraio. I punti forti: la bassa presenza di sostanza nel corpo, l’ammissione stessa del TNA che non reputa l’atto del giocatore teso ad alterare le proprie prestazioni sportive.
L’Olimpia vince la Coppa Italia, ma nel giorno del match con il Real arriva la doccia fredda:
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La squalifica è confermata perchè, di fatto, Riccardo Moraschini ha fatto appello alla sezione sbagliata, peraltro seguendo l’indicazione del TNA. E’ la fine, di una vicenda che racconterà a La Giornata Tipo, sino all’addio.
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