Ho approfittato dell’epilogo della sfida tra Valencia e Maccabi nell’ultimo turno di Eurolega per analizzare un termine molto in uso in ambito sportivo per definire l’abilità di atleti o squadre di essere performanti nei momenti topici di gara (appunto “in the clutch”) quando tempo e punteggio contribuiscono ad alzare il livello di pressione dimostrando chi può essere maggiormente in grado di sommare tecnica, forza, talento, concentrazione, intuizione e desiderio di vincere determinando o indirizzando l’esito della gara stessa.
Nella preparazione tattica di una partita lo staff tecnico cerca sempre di individuare nel roster avversario quei giocatori che hanno la tendenza e la capacità di raggiungere i loro picchi di rendimento proprio negli ultimi minuti di gara se non addirittura nei possessi conclusivi prevedendo chi vorrà assumersi responsabilità nelle azioni decisive.
Nel basket sono generalmente definite “clutch” le situazioni o i giocatori analizzati da una prospettiva offensiva ma ho voluto evidenziare le fasi conclusive della gara che ha fruttato a Valencia la sua sesta vittoria e sopratutto la settima sconfitta per il Maccabi partendo da una prospettiva difensiva per dimostrare come alcune scelte tattiche di squadra e giocate individuali abbiano garantito agli spagnoli una vittoria forse insperata fino agli ultimi secondi di gara.
Nella clip 1 Scottie Wilbekin suggella una gara sontuosa segnando il suo 25° punto personale(frutto fin lì di un impressionante 7/12 dall’arco) dando al Maccabi il momentaneo +7 a soli 2’20” dalla fine e giustificando il ruolo di leader tecnico che gli è stato affidato fin dal giorno del suo arrivo in maglia giallo-blu ad inizio stagione 18-19.
E’ immaginabile pensare che durante il time-out successivo al canestro coach Ponsarnau abbia affidato precisi compiti difensivi ai suoi uomini le cui giocate da adesso in poi risulteranno decisive ad annullare l’attacco israeliano ed il proprio scorer designato.
Nella clip 2il pressing con raddoppi successivo al canestro segnato obbliga Wilbekin a liberarsi della palla.
A questo punto sottolineerei la lucidità di Prepelic che massimizza il suo sforzo difensivo per impedire a Wilbekin (finisher designato nei momenti “clutch”) di rimpossessarsi della palla e lasciando così a Bryant la responsabilità di una conclusione con ben più bassa percentuale di successo.
Nel possesso successivo (clip 3) Wilbekin strappa letteralmente la palla dalle mani di Bryant per assumersi la responsabilità di quello che sarebbe potuto essere l’ultimo e decisivo possesso offensivo della gara.
Dubljevic stavolta è impeccabile nello show difensivo obbligando Wilbekin ad arretrare quasi fino a metà campo sapendo che difficilmente la guardia americana si sarebbe liberata della palla affidando ad un compagno una conclusione di tale importanza.
Molto efficace poi la parte conclusiva dell’azione difensiva grazie al “muro” di Van Rossom e lo “stunt” dei compagni a creare densità difronte alla mano forte di Wilbekin e riducendo la sua azione ad un’ improbabile conclusione dall’arco che frutta poi il canestro del pareggio di Williams .
Discutibile la scelta di Caloiaro e Bryant di gettarsi a rimbalzo offensivo nonostante la loro posizione consigliasse un più sensato rientro lasciandone la responsabilità ai compagni posizionati sulla linea di fondo, situazione che ha inevitabilmente creato una condizione di sottonumero ed obbligato Bender a decidere se occuparsi dell’avversario in angolo o in guardia senza la possibilità eventuale di commettere un fallo prima del tiro che avrebbe tolto a Valencia la possibilità di impattare il punteggio.
La clip 4 è poi diventata il manifesto dell’impresa Valenciana con Van Rossom e Dubljevic ad imporre di nuovo la loro aggressività sulla ricezione di Zizic impedendo a Wilbekin di completare l’azione di hand-off ed ottenendo il recupero che ha fruttato il canestro in contropiede di un successo tanto sofferto quanto fino a quel momento insperato.
Se da un lato dobbiamo sottolineare l’abilità di Van Rossom di utilizzare tutta la sua tecnica e sagacia tattica nel complicare la possibile ricezione di Wilbekin grazie ad un corretto uso del braccio sinistro non posso esimermi dal rilevare la scelta rischiosa del Maccabi di affidare la ricezione del passaggio d’ingresso ad un giocatore poco affidabile dalla lunetta(0/2 in questa gara) chiedendo alla propria “stella” Wilbekin di effettuare la rimessa dovendosi poi preoccupare di riprendere la palla contro il più che probabile anticipo difensivo degli avversari.
L’epilogo di questa gara non mina certamente il credito di un atleta del calibro di Wilbekin ma semplicemente sottolinea che stavolta ad essere “clutch” sia stata la difesa di Valencia divenuta negli ultimi 2 minuti di gioco particolarmente aggressiva, attenta, determinata e spietata come solo le grandi squadre sanno essere confermando di essere un programma in grande crescita e meritevole della posizione che attualmente occupa in Europa.
Alla prossima
Luca Banchi
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