«Se cinque/sei club di Serie A potessero avere la società satellite sarebbe più facile». Sono parole di Michele Catalani, l’uomo del settore giovanile di Olimpia Milano tricolore con gli Under 19, vincitore dell’LBA Next Gen e tra i finalisti agli Adidas Next Gen di EuroLeague.
Si parla di giovani, dello spazio che possono trovare nell’attuale sistema, di un vincolo che venendo meno rende tutto ancora più complesso, anche se in tutta Europa finisce così.
Un club satellite, sia chiaro, non è per forza la soluzione, e certamente le reazioni dello stesso pubblico sarebbero differenti. Non stiamo dicendo che siamo d’accordo o meno, ma leggendo questa intervista su Tuttosport ci sovviene un’altra riflessione.
Per la prima volta, da tempo, leggiamo “idee”, “proposte”. Quello che sta mancando totalmente nella corsa elettorale appena iniziata. La parola magica è “programmi”, e al 9 maggio non ne troviamo traccia.
Mancano ancora sette mesi all’Assemblea Elettiva FIP, e la campagna elettorale, non riguardando i tifosi ma le società, si fa nei Comitati Regionali, e non sui giornali.
Tuttavia, è evidente da anni la scollatura tra il pubblico, i tifosi, e le istituzioni del nostro basket. Probabilmente superiore a molti altri sport, forse anche al calcio.
La gente che affolla i palazzi chiede “cambiamento”, ma al momento cosa legge sui giornali e sui portali a livello di programmi? Il nulla. A parte qualche forzata invettiva giornalistica per l’ineleganza tempistica della candidatura Valori.
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