Dopo aver fatto siglare contro l’Umana Reyer Venezia la miglior prestazione del suo campionato (22 punti), Prentiss Hubb si è sottoposto alle 5 domande della rubrica LBA, scoprendo anche passioni e tratti della sua estroversa personalità.
Una vittoria storica quella ottenuta contro l’Umana Reyer Venezia e tu ne sei stato il protagonista a trecentosessanta gradi. Quanto è forte la vostra chimica come gruppo e quale ruolo sta assumendo coach Paolo Galbiati nel vostro quotidiano?
Penso che la nostra chimica sia cresciuta e divenuta più forte di partita in partita; all’inizio magari abbiamo avuto qualche alto e basso, ma siamo riusciti a venirne fuori come una squadra. Contro Venezia siamo stati in controllo totale dall’inizio alla fine: ormai ci conosciamo talmente bene da sapere come muovere la palla, chi si troverà nella posizione giusta per prendersi un tiro aperto e chi deve prendersi la responsabilità in quel preciso istante. Il coach con noi sta facendo davvero un lavoro incredibile, ci esalta e allo stesso tempo ci tiene con i piedi per terra. Alcuni allenatori tendono magari a frustrarsi se non arrivano i risultati o a volare con l’entusiasmo se tutto gira per il meglio; lui invece riesce sempre a tenerci focalizzati sull’obiettivo, ci spiega come ogni partita sia una storia a sé e di imparare la lezione qualsiasi sia l’esito finale.
Un momento di ottima forma per la Dolomiti Energia Trentino sia in campionato sia in EuroCup e i tifosi sembrano molto felici di questo. Quale aria si respira dentro il palazzetto e in città pensando ai vostri successi?
I nostri tifosi stanno facendo un ottimo lavoro, vengono numerosi al palazzetto e seguono l’onda della partita: ci caricano, ci incitano e più le cose si mettono bene più cresce l’entusiasmo. Credo che i nostri risultati stiano dando loro un motivo in più per venirci a vedere, per tifare, perché sanno che stiamo giocando da grande squadra e possiamo battere chiunque anche grazie al loro aiuto. Quando le cose si mettono male o non vanno per il verso giusto, loro spingono per farci uscire dalle avversità e questa unione sta dando risultati ad entrambi.
Sapendo quanto ti piacciono le montagne, hai avuto il tempo per fare qualche passeggiata e “conoscerle” di persona?
Innanzitutto sto amando il cibo di questa città [ride, ndr]. Sono riuscito solo a dare un’occhiata generale a Trento nel tempo libero, però quando mi sveglio al mattino riesco a vedere il paesaggio che mi circonda con le montagne là fuori. Non credo di poter riuscire a fare qualche passeggiata in questo periodo, perché inizierà a nevicare sempre più spesso e non vorrei rimanere bloccato nella neve [ride, ndr].
Hai tanti tatuaggi sulle braccia e ognuno di essi ha una storia ben precisa, ma ce n’è uno in particolare che reputi più importante di altri?
Ad essere sincero, per me è difficile trovare un tatuaggio che sia più importante rispetto ad un altro. Ho tatuato il codice della zona da cui provengo, ovvero il numero 301. Per me è molto importante tenerlo sulla pelle, perché ricorda le mie origini, quello che rappresento ed è come se portassi casa mia in ogni luogo in cui vado. Ho un tatuaggio uguale identico a mio fratello con scritto “My Brother’s Keeper” [Il custode di mio fratello, ndr] per ricordarci sempre che siamo una famiglia e ci guardiamo le spalle anche a distanza, un modo per esserci sempre l’uno per l’altro. Ho una rosa accompagnata al nome di mia madre Linda; ho un tatuaggio a tema pallacanestro con scritto “Stay Motivated, Stay Hungry, Stay Humble” [Resta motivato, resta affamato, resta umile, ndr] per ricordarmi sempre tre insegnamenti fondamentali utili non solo per il basket, ma anche nella vita di tutti i giorni.
Nella pausa estiva hai giocato il TBT [The Basketball Tournament, ndr] con la tua squadra che si chiama “Nerd Team”, perciò possiamo definire Prentiss Hubb un ‘nerd’? Cosa ti appassiona fare al di fuori del campo da basket?
Sì, sono decisamente un ‘nerd’! Lo sono stato in tutti i miei anni a Notre Dame, una delle migliori università della nazione [il Nerd Team era composto da giocatori che eccellevano nello studio, ndr]. Fuori dal campo da basket penso di essere il miglior giocatore di videogiochi della mia squadra, anzi credo di esserlo proprio dell’intera Lega. Non credo ci sia nemmeno competizione se si parla di videogiochi, nessuno è in grado di battermi [ride, ndr]. Qualsiasi gioco sia: Call Of Duty, NBA 2K, magari non FIFA, però negli altri due non c’è storia, non penso di avere rivali. Se qualcuno si sente di potermi battere, io sono sempre pronto ad accettare la sfida!
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