Gianmarco Pozzecco, coach del Banco di Sardegna Sassari, ha rilasciato una lunga intervista a Giampiero Marras su Il Corriere dello Sport.
Ecco un estratto.
Come si vive in questo momento.
Se non si riesce a far capire che bisogna mettere la mascherina, è difficile spiegare che il risultato sportivo di una partita di pallacanestro ha un significato diverso rispetto a prima. Prima vengono altre cose, la salute innanzitutto. Che accade se un giocatore del Galatasaray ha un po’ di febbre e non sale sull’aereo e resta a Sassari? Oppure al contrario se accadesse a qualcuno di noi? Prima tornavi a casa e ti curavi, ora non puoi farlo. Mi auguro che non accada a nessuno ma non si può far finta di niente.
Come procede la squadra.
A strappi. Ci sono momenti in cui i ragazzi eseguono bene e si divertono, altri in cui rallentano la crescita. Devo essere più magnanimo ed esigente, non abbiamo mai giocato al completo e stiamo inserendo da poco ma siamo senza Gentile. Questo poi è un gruppo più giovane rispetto allo scorso anno, ha cambiato tanto e quindi l’incostanza è da mettere in conto. Ecco perché dico di non pensare troppo ai risultati ed essere pronti anche ad accettare qualche sconfitta.
Sassari.
Qui mi sto godendo tutto. Dalla telefonata del presidente Sardara quando mi ha chiamato allo stare assieme ai ragazzi, la carta di credito data per festeggiare, rapporti umani soprattutto. Mi piacerebbe che quando non ci sarò più si pensasse a Pozzecco non solo per quello che ha vinto ma soprattutto per la complicità che c’è stata con la squadra e lo staff tecnico.
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