Pietro Aradori, leader della Lavoropiù Fortitudo Bologna, si racconta a La Repubblica-Bologna.
SUL MOMENTO
«Dobbiamo assolutamente pensare solo alla salvezza. Ovviamente non era l’obiettivo iniziale, ma abbiamo dovuto modificarlo e ora c’è da star concentrati solo su quello, rimettersi in carreggiata è molto impegnativo a livello mentale. Il rischio di rilassarsi pensando che il peggio sia alle spalle è da evitare, gli errori con Reggio ce lo devono insegnare. Serve più solidità mentale quando le cose non van bene, ma un passo alla volta miglioreremo».
SU DALMONTE
«Io ho sempre giocato in squadre fatte per vincere, e se vuoi vincere dietro devi giocare di squadra, con regole precise. Io ho talento per fare punti ma mi sono sempre applicato in difesa, coi miei limiti, adattandomi a fare quel che mi chiedevano i miei allenatori, da Pianigiani a Messina. E anche Dalmonte è uno con molta cura sulla fase di copertura, e ai nostri tanti rookie e ai giocatori con poca esperienza in Europa dà i consigli e le regole di cui hanno bisogno»
SU SACCHETTI
«Non voglio fare paragoni né polemiche con Meo, non intendo questo. Solo c’era bisogno di mettere assieme gli errori, spiegarli e farli superare. Mi spiace che per Sacchetti sia finita così, ma ormai è andato e non mi va di parlare di cose passate, quel che dovevo dire l’ho detto in estate. Ora c’è Dalmonte, siamo in un altro periodo»
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