Coach Piero Bucchi, dopo aver festeggiato le 700 partite in serie con la vittoria su Brindisi, presenta la sfida di domenica alle 18 sul campo di Trieste, che ieri ha vinto 94-88 a Treviso nel recupero della 15^ giornata, agganciando il terzo posto in classifica.
“La 1^ panchina di Bucchi è stata contro Vitucci nel 1996, 26 anni e 700 partite dopo si sono ritrovati contro domenica scorsa”
“Sappiamo che Trieste è una squadra molto ostica, ruvida, fisica, mi piace come giocano, difendono, hanno fatto un grande lavoro e sono sicuramente una squadra molto solida e difficile da affrontare come tutte le trasferte in questo campionato. Noi siamo determinati a continuare il percorso intrapreso con Brindisi e dal lavoro settimanale che ci dà forza e convinzione per andare a fare la nostra partita, poi ovviamente esistono anche gli avversari, ma cercheremo di fare il nostro massimo”
“Andiamo con fiducia ma consapevoli che sarà una battaglia”
La Dinamo vuole consolidare le sue prestazioni, la sua continuità di rendimento e puntare stabilmente nel gruppo playoff, classifica cortissima, ogni vittoria, specialmente fuori casa può fare la differenza
“L’obiettivo è quello – continua coach Bucchi – ma non è una cosa che dipende solo da noi, ma anche dal merito degli avversari, noi cercheremo di volta in volta di esprimere il nostro massimo”
Trieste è squadra quadrata non solo difensivamente ma anche dal punto di vista offensivo dove hanno esperienza e talento
“Hanno giocatori di grande talento come Banks, hanno lunghi molto affidabili e con caratteristiche differenti e italiani di sicuro affidamento come Campogrande, Mian e Cavaliero, che lo dico con grande rispetto continua a giocare sempre ad alto livello, contro di me particolarmente fa sempre eccellenti prestazioni”
“Cavaliero contro di me ha sempre fatto grandi prestazioni”
Bendzius a Dinamo TV ha parlato di giocare leggeri senza pressione, il coach bolognese che le ha viste veramente tutte analizza:
“Esistono due tipi di pressione, quella che ti mettono gli avversari in difesa, che ti costringe a giocare male e commettere degli errori, tu devi essere bravo a giocare sotto la pressione fisica degli avversari. Poi esiste una pressione emotiva che sente una squadra quando ha bisogno di dover fare risultato a tutti i costi. Penso che da questo punto di vista siamo sereni, anche la partita giocata in casa ha dimostrato che la squadra ha approcciato e giocato nel migliore dei modi”
“Esiste una pressione che ti mettono fisicamente gli avversari in difesa e una emotiva che senti quando devi far per forza risultato”
Il coach in chiusura si sofferma sull’importanza di Burnell, che nell’ultima partita contro Brindisi è stato determinante
“E’ un giocatore molto importante per noi ed è determinante in campo, le nostre vittorie coincidono spesso con le sue ottime prestazioni come domenica, è collante tra perimetro e lunghi, deve trovare continuità, ma sta lavorando quotidianamente per farlo e sa quanto sia importante per noi a livello di energia, rimbalzi e di quello che può fare all’interno del match”
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