Lunga intervista su Il Foglio Sportivo per Simone Pianigiani, tornato ad allenare con la firma di un pluriennale con i Beijing Ducks, squadra del campionato cinese.
“Non cercavo una squadra a tutti i costi, a questo punto della mia vita puntavo a un’esperienza che valesse la pena. In Europa non c’era nulla di realmente stimolante come questa proposta, in passato mi hanno sempre attirato esperienze affascinanti anche dal punto di vista personale come la Turchia e Israele. Quando mi hanno contattato ho scoperto che erano stati due volte a vedermi in azione dal vivo, ho capito che erano venuti a cercarmi perché volevano proprio me. Mi ha colpito che mi abbiano cercato dopo aver studiato quello che avevo fatto, aver seguito il mio lavoro. Andare in Cina in questo periodo non mi spaventa, a leggere i dati dei contagi che vengono comunicati ogni giorno la situazione sembra molto più preoccupante in Europa dove presto le squadre ricominceranno a viaggiare per le Coppe. Lì mi raccontano di una situazione sotto controllo e soprattutto nella prima fase del campionato, 18 partite in 42 giorni, noi entreremo in una bolla proprio come ha fatto la NBA. I membri dello staff, staff dal general manager al medico, al preparatore atletico, hanno tutti esperienze nella NBA, e anche il team manager, che è cinese, ha fatto l’università negli States. Le regole permettono tre stranieri in rosa, ma uno solo in campo. I ragazzi però parlano inglese, non ci saranno problemi di comunicazione, il livello degli stranieri è molto alto: tutta gente che ho incontrato in Eurolega con Milano. Se mi mancherà il basket di casa nostra? No”, ha detto Pianigiani.
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