Nell’incessante turbinio di trasferimenti e nuovi ingaggi che caratterizza il mondo del basket, vi sono giocatori che vanno, giocatori che arrivano e, a volte, anche giocatori che, per loro volontà o mossi semplicemente dal fato, tornano. A quest’ultima categoria appartiene sicuramente anche Jon Axel Gudmundsson, guardia islandese fresca di firma trimestrale con la Carpegna Prosciutto Pesaro e prossimo a vivere la sua “seconda volta” italiana.
L’esterno classe 1990 infatti ha già militato nel massimo campionato nostrano lo scorso anno con la Fortitudo Bologna, un’esperienza terminata anzitempo che l’ha poi portato a concludere la stagione 2021/22 a Crailsheim.
Qui, con i Merlins, Gudmundsson ha sperimentato per la seconda volta in carriera il livello della Basketball Bundesliga tedesca (dove aveva già giocato con gli Skyliners Francoforte nel 2020/21) prima di volare nuovamente in patria e iniziare la stagione corrente vestendo la canotta dell’UMF Grindavik, formazione della sua città natale che tra il 2013 e il 2016 gli aveva già permesso di farsi un nome oltreoceano aprendogli le porte di una carriera internazionale.
Gudmundsson quindi, nato e cresciuto in una famiglia di cestisti (il fratello Ingvi ha giocato a San Louis, il padre Gudmundur Bragason ha messo assieme dal 1987 al 2003 ben 169 gare con la nazionale, la madre Stefania Jonsdottir ha fatto parte della rappresentativa nazionale femminile e militato a lungo nella massima serie islandese) è una di quelle anime che il destino tende a riportare dove è già transitata, dandole modo di riallacciare il filo con luoghi già visitati e riaprire il cassetto dei ricordi per riempirlo di nuove esperienze.
È accaduto così anche con gli Stati Uniti, terra in cui, reclutato da Bob McKillop, Gudmundsson ha vissuto quattro anni a Davidson tra il 2016 e il 2020 togliendosi discrete soddisfazioni (vittoria dell’Atlantic 10 Conference 2018, nominato Atlantic 10 Player of the Year 2019 e nello stesso anno inserito nel First-team All-Atlantic 10) e dove poi, prendendo parte prima alla Summer League di Las Vegas coi Phoenix Suns nel giugno 2021 e poi ad alcuni allenamenti con i Golden State Warriors questo settembre, ha lambito quel mondo NBA che già a tre anni per lui rappresentava un sogno da provare a tramutare in realtà.
Per ora Gudmundsson non ci è riuscito ma nulla esclude che le porte della lega statunitense più famosa al mondo possano aprirsi per lui in un futuro prossimo.
Prima di pensare a questo però per lui c’è un presente da vivere che si chiama Victoria Libertas Pesaro, formazione in cui proverà, in assenza dell’infortunato Matteo Tambone, a dare un contributo tangibile fin da subito mettendo in mostra quel tiro, quella capacità di servire i compagni e di accendersi all’improvviso che hanno convinto coach Jasmin Repesa a richiamarlo al suo fianco offrendogli la (seconda) possibilità d’incantare il pubblico italiano dopo quella avuta la scorsa stagione a Bologna.
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