Patric Young paralizzato dalla vita in giù: Farò di tutto per tornare a camminare

L'ex Milano e Avellino Patric Young, una storia terribile e l’ottimismo per ricominciare

Patric Young, una storia terribile e l’ottimismo per ricominciare. Ve lo ricordate il classe ’92 che arrivò a Milano all’alba dell’era Pianigiani senza mai vedere il campo? Oggi è sulla sedia a rotelle. Ma con un solo obiettivo da affrontare con un contagioso sorriso: tornare a camminare.

Patric Young: «definirò io questo capitolo della mia vita»

No Patric Young non è mai stato fortunato. Star di Florida al college, questo colossale centro di Jacksonville è la vera sensazione di EuroLeague nella sua prima stagione all’Olympiacos.

Il 12 novembre 2015, tuttavia, arriva la rottura del crociato. Di fatto, non si riprenderà più. Nel 2017 firma con Olimpia Milano, che spera nel recupero ma intanto si cautela con un certo Arturas Gudaitis.

Il biancorosso non lo vestirà mai, affrontandolo invece da avversario nell’annata 2018-2019. Lo farà con Avellino, e proprio con l’Olimpia arriverà la sua ultima gara il 26 maggio 2019, nei playoff LBA.

Da allora, nel basket europeo, se ne perdono le tracce. Lui studia giornalismo e comunicazione, e dal 2021 commento la NCAA per i network SEC e ESPN.

Fissa il matrimonio con la compagna Whitney, e in estate torna nel Nebraska. Decide di aiutare un amico in alcuni lavori agricoli, settore irrigazione.

E arriva la mattina del 29 giugno. Patric alla guida di un camion, si ribalta ad un incrocio e finisce in un fossato. Pare che la strada che stava percorrendo, giunta ad un pendio, non annunciasse l’imminente incrocio. E lui, era senza cintura.

«Ho sentito un colpo alla schiena. E non sono più riuscito a muovere le gambe» le parole che riporta il sito della sua università. Da allora, combatte per tornare a camminare. Si è sposato il 7 luglio e ha racconto la sua storia a ESPN.

«Mi rifiuto di credere che questa opportunità sarà sprecata. Sarò io a definire questo capitolo della mia vita – le sue parole – Questa non è una tragedia, una festa di pietà o un guaio per me. Ho il potere di controllare questa narrativa, di controllare cosa diventerà e come avrà un impatto sulla mia famiglia e su tutti quelli intorno a me. Che si tratti di una persona o di un milione, sarò autentico in questa battaglia quotidiana e darò tutto a Dio».

Paralizzato dalla vita in giù, oggi nessuno può garantirgli che tornerà a camminare: «Nel basket, lo so, non ho potuto sfruttare tutto il mio potenziale. Non lascerò questa vita senza poter dire di aver fatto tutto ciò che era in mio potere per provare a camminare di nuovo».