Le premesse sono ovvie. Bob McAdoo ha segnato i suoi 1.292 punti in tre stagioni di EuroLeague; Shavon Shields sta disputando la quarta. Il numero di partite è quadruplicato. E McAdoo ha una media punti di 25.4 a partita che nell’EuroLeague odierna nessuno – all’Olimpia o altrove – è in grado di avvicinare. Shields in maglia Olimpia sta segnando quasi 14 punti per partita.
È tutto troppo diverso per essere paragonato: oggi si gioca di più, ma ai tempi di McAdoo un giocatore stava in campo anche 38-40 minuti, i ritmi erano più blandi e nessuno aveva più di due stranieri per roster. In fondo, quando McAdoo silenziosamente sbriciolò il primato di punti segnati in Coppa dei Campioni, qualcuno avrebbe potuto obiettare che Bill Bradley aveva una media superiore alla sua, 26.5 a partita. Ma Bradley giocò in tutto 12 partite per l’Olimpia. Furono abbastanza per vincere il titolo europeo del 1966 a Bologna. McAdoo è al di sopra di ogni paragone. McAdoo ha vinto due volte la Coppa dei Campioni. Il suo ruolo è cementato, non è scalfibile.
Ma il record di Shields ha un significato importante, perché nel basket di oggi giocare quattro stagioni consecutive nella stessa squadra non accade spesso e certi primati hanno bisogno di partite, di costanza, di anni di milizia nello stesso luogo. Sono record alla portata di gente apprezzata, che si è fatta rispettare. Ha un significato importante, perché Shavon non ha giocato tutte le partite in questi quattro anni, ne ha saltate 34 in due anni, praticamente una stagione intera. Ha un grande significato perché nessuno era stato capace di ritoccare questo primato in quasi 35 anni di potenziali tentativi. Vlado Micov si era avvicinato a 60 punti di distanza, ma gli altri sono sempre rimasti lontani. La media punti di Micov è stata di 10.7 a partita; inferiore a quella di Shields.
È ovvio che i giocatori del passato siano penalizzati in questo genere di graduatorie: nella classifica dei dieci primi realizzatori dell’Olimpia ci sono solo tre campioni precedenti l’era EuroLeague, Bob McAdoo, Antonello Riva e Roberto Premier. A loro volta avevano fatto sparire quelli della generazione precedente, Gabriele Vianello, Sandro Riminucci, Gianfranco Pieri: hanno tutti vinto una Coppa dei Campioni e giocato la finale l’anno seguente.
Sarebbe corretto stilare due classifiche distinte, una solo per l’EuroLeague in cui Shields era diventato il leader superando Vlado Micov e una per l’era precedente, definitiva, in cui Bob McAdoo precede Riva, Premier, D’Antoni, Meneghin, Pittis in questo ordine. Ma parlare di record non significa sminuire né gli uni né gli altri. Stiamo parlando di numeri, non di verità assolute. E resta il fatto che Shields – la cui media punti è sostanzialmente la stessa di Roberto Premier – ha fatto qualcosa che resterà per un po’ nella storia di un club che ha vinto otto coppe internazionali.
Classifica Media Punti (minimo 300 punti segnati): Bill Bradley 26.5; Bob McAdoo 25.8; Antonello Riva 22.4; Mike James 19.8; Rickey Brown 19.8; Keith Langford 17.4; Kevin Punter 15.6; Piero Montecchi 15.4; Gabriele Vianello 15.2; Roberto Premier 14.0; Shavon Shields 13.6; Andrew Goudelock 12.3; Massimo Masini 11.2; Vlado Micov 10.7; Mike D’Antoni 10.2.
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