Il giorno dopo la conquista del trentunesimo scudetto è tempo di Media Day in casa Olimpia Milano. E, ovviamente, c’è Ettore Messina tra i protagonisti della giornata dedicata ai giornalisti, con tantissimi temi toccati.
Sulla vittoria dello scudetto: “Abbiamo vinto tre scudetti di fila, siamo contenti. Dopo due anni consecutivi che abbiamo fatto i playoff e soprattutto abbiamo fatto, credo, quarto e terzo posto in stagione regolare di Eurolega, ci sono mancati due anni di playoff, che è un obiettivo che vorremmo sempre mantenere vivo. Ci sono state ragioni che possono essere alcune condivisibili, alcune meno condivisibili. Ovviamente ci sono state prestazioni che dovevano essere migliori di allenatori, di giocatori, di tutti. Però potrebbe andare peggio. Mi immagino dall’altra parte della barricata, a competere in delle finali e perderle. Magari saremmo ancora più delusi. Delusi non siamo, siamo contenti, abbiamo vinto tre scudetti”.
Sull’importanza della vittoria del campionato: “Sembra che qua vincere gli scudetti fosse la norma. Noi abbiamo fatto quattro finali scudetto con una grande squadra, non con qualcuno che è arrivato casualmente lì. Erano forti, profondi, ben allenati, frutto di grandi investimenti. Il primo anno ci hanno dato una ripassata, che ce la ricordiamo ancora, a rovinare magari il finale di una stagione che era stata bellissima fino a quel momento. Quindi vincere tra scudetti, di cui due col fattore campo a sfavore, è un evento abbastanza importante di cui credo che come ambiente dovremmo essere tutti orgogliosi”.
Sulla crescita nell’ultimo mese e mezzo: “Se tu parli con i giocatori e parlavo anche adesso con Kyle. Lui, ad esempio, è uno che dà grande significato al fatto di aver trovato continuità nel lavoro. Poi è ovvio che ci si parla, è ovvio che fai una brutta figura con Trento grave e allora ti rendi conto che stai rappresentando la tua proprietà in un modo che non è quello corretto, perché c’è una questione di determinazione e combattività che ci deve essere sempre. Poi c’è che si parlano più di loro, fra di loro e quindi le cose in questo modo sono cambiate. Oltre al demerito magari in precedenza, c’è un grande merito da parte di questo gruppo di giocatori in aver fatto questo grande passo avanti e i nostri giocatori importanti hanno fatto tutti un passo avanti importante nell’assunzione di determinate responsabilità difensive, offensive eccetera eccetera. Possiamo discutere fino a domani mattina perché non è accaduto prima. L’importante è che sia accaduto e che ci resti dentro la testa per il futuro”.
Fare un salto in avanti in EuroLeague: “Adesso proviamo l’anno prossimo a vincere un altro scudetto e a fare una buona stagione di Eurolega. Per noi vuol dire che dobbiamo avere la continuità e direi la solidità, la coesione, la determinazione che abbiamo avuto nei playoff italiani degli ultimi tre anni, la dobbiamo avere durante il mese di novembre, durante il mese di dicembre. Non è facile perché devi farlo per dieci mesi, devi accettare di fare tanti sacrifici, perché poi alla fine sono due anni di fila, che pur con tutto quello che è successo, ci sono mancate delle vittorie con le squadre di livello medio. Questa è la cosa che ovviamente ha fatto dispiacere al pubblico, ma ha fatto dispiacere molto anche a noi, perché dati alla mano quelle sono quelle due, tre, quattro vittorie che ti spostano da dodicesimo a settimo per esempio o addirittura in certi casi anche un po’ in alto. È in quei mesi che non devi perdere terreno”.
Su come fare il salto di qualità: “Proveremo a farlo e faremo in modo di cercare di farlo, fermo restando che noi non possiamo fare la corsa su Panathinaikos, Barcellona, Real Madrid, le due turche. Noi abbiamo un budget ovviamente eccellente, frutto della disponibilità del signor Armani, però poi abbiamo dei paletti anche noi e ci muoviamo in quell’ambito, che però è più che sufficiente per competere per i playoff. Poi se vai ai playoff quasi tutti gli anni, ci scappa la fame da fuori. Questo è il calcolo matematico. Il salto di qualità va fatto non solo con gli acquisti, ma soprattutto con la mentalità. C’è un tema di talento, ma c’è un tema soprattutto di volontà, disponibilità e durezza mentale che dobbiamo migliorare, dobbiamo mettere come base e non possiamo averla a sprazzi, appunto in quei mesi di cui parlavo prima”.
Sul mercato: “Ci sono situazioni che sono aperte con giocatori importanti, che sanno perfettamente la volontà mia, della proprietà e del club di tenerli, che restino con noi. Adesso poi continueremo a parlare, come abbiamo fatto in tutti questi ultimi mesi. C’è anche un mercato strettissimo dove, secondo me un club come il nostro deve provare ad avere come abbiamo avuto magari la fortuna e l’abilità di trovare Shields, Punter e Hall quando non dico che erano sconosciuti, ma sicuramente non erano giocatori affermati di Eurolega. Poi ci sono altri che magari abbiamo provato a prendere e non hanno sortito lo stesso tipo di risultato, ma il 100%, quando appunto devi prendere anche dei rischi, è difficile. Anche se l’anno scorso dovevamo chiudere delle situazioni prima”.
Su Shields: “Da parte nostra non è una situazione in discussione. Se poi un giorno gli viene il ghiribizzo che vuole andare a giocare con i Clippers, ce lo verrà a dire. Se dobbiamo cominciare a mettere in discussione quelli che abbiamo sotto contratto, e di cui siamo contenti, diventa un po’ complessa la situazione. Se si dovesse presentare, lo faremmo”.
Su Devon Hall: “Speriamo che resti con noi, vorremmo a tutti i costi che restasse con noi. Più che così non riesco a risponderti. L’anno scorso ha dovuto coprire un sacco di buchi. Ha dovuto fare uno, due, tre, due e mezzo. Si è sacrificato molto. Quest’anno è riuscito a tornare nel suo ruolo naturale di due, tre. Un giocatore che può maneggiare la palla, però può anche fare un tiro, una penetrazione, difende molto, molto bene. Ha avuto, credo, anche un salto importante a livello di leadership dentro la squadra”.
Sulla crescita di Napier: “È stato molto importante, anche perché l’anno scorso la sua finale, tranne l’ultima partita, fu una serie molto complessa. Quest’anno in generale tutti i playoff, comunque la parte finale della stagione, ha tirato molto bene e ha avuto un saldo tra assist e palle perse molto positivo. Anche ieri aveva fatto un bellissimo primo tempo, poi secondo tempo è entrato un po’ svanito, ha perso varie palle di troppo. Però credo che abbia fatto molto bene il suo lavoro in una squadra non facile da guidare”. La volontà è quello di tenerlo? “Di parlare con lui sicuramente, poi vediamo anche lui che aspettative ha”.
Sulla Nazionale e la crescita dei giocatori italiani: “Qui è Milano che fa per la Nazionale. Sgombriamo subito il campo da questo. Qui è quello che fanno i club per 11 mesi che fa il bene della Nazionale. Non è il contrario. È sempre stato così e ho allenato la Nazionale per degli anni. Quindi con tutto il rispetto e l’amore per Gianmarco e per il presidente Petrucci, diciamocelo serenamente. Qui sono i club, gli allenatori, che fanno in modo che questi giocatori migliorino, prendano fiducia, giochino bene, eccetera, eccetera. Non è il contrario. Non è un mese di attività che poi fa sì che si rifletta su quello… Ecco, questo momento ha fatto molto bene. perché ha fatto un grande salto di qualità qui e adesso sono sicuro che si rifletterà anche nella prestazione con la Nazionale. E lo dice non l’allenatore dell’Olimpia, ma lo dice uno che ha allenato la Nazionale per tanti anni”.
Sui successi nei settori giovanili: “Siamo contenti di una cosa che, anno dopo anno, abbiamo tanti ragazzi nelle varie nazionali giovanili Questa è una cosa molto molto bella e, fra questi, magari ce ne saranno due o tre che potranno diventare giocatori per la prima squadra. Speriamo. Intanto sono tutti di 17-18 anni, quindi sono giovani”.
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