Per chiarire cosa sia il Fenerbahce basta riflettere su quanti sport vengano praticati sotto lo stesso brand: calcio, basket maschile e femminile, pallavolo, tennis tavolo, atletica leggera, pugilato, canottaggio e vela. Il club nacque nel 1907 come squadra di calcio segreta, perché all’epoca l’Impero Ottomano proibiva la pratica del gioco. La sezione basket venne aperta nel 1913, poi dismessa e infine riattivata nel 1944. Ma il Fenerbahce che conosciamo oggi, erede dell’Ulker degli anni ’90, è relativamente giovane, anche se ha fatto la storia del basket europeo, non solo turco, negli ultimi 15 anni e in particolare nell’ultimo decennio. Fenerbahce è una località situata all’interno del distretto di Kadikoy a Istanbul, nella parte asiatica della città, il cui nome significa in turco Faro del Giardino perché rievoca lo storico faro esistente sul promontorio di Fenerbahce appunto, ripreso anche nel logo del club. Il club vanta una delle “fan base” più numerose del mondo, 25 milioni di persone interessate alle squadre, con calcio e basket dominanti. Il motto è “Hep Destek Tam Destek”, che significa incessante, incondizionato supporto. La squadra di calcio ha vinto 28 titoli turchi, l’ultimo nel 2014, quella di basket ne ha vinti nove, l’ultimo nel 2018 dopodiché nel ricambio generazionale e anche la partenza di Coach Obradovic, con il quale ha giocato cinque Final Four consecutive, ha perso lo scettro a favore dell’Efes.
IL RICORDO – Il pubblico del Fenerbahce è uno dei più caldi d’Europa, per cui l’ambiente trovato dall’Olimpia l’anno passato è stato abbastanza surreale, in un’arena enorme, moderna, di stile americano, ma vuota. Non sarà così questa volta, anzi ci sono stati diversi appelli alla tifoseria perché – in un’arena piena – sostenga al massimo la sua squadra. L’Olimpia ha vinto all’Ulker Arena due volte, nel 2014 e nel 2020, non a caso nelle due edizioni dell’EuroLeague in cui ha raggiunto i playoff. Nel 2014 vinse di fatto eliminando la squadra che allora era allenata per la prima volta da Obradovic. In quella gara il coach serbo venne anche espulso. L’Olimpia con quel successo ottenne anche il vantaggio del fattore campo nei playoff anche se poi avrebbe perso la serie con il Maccabi 3-1.
L’ARENA – E’ la stessa in cui il Fenerbahce ha vinto la proprio EuroLeague nel 2017 con Gigi Datome in campo. Può ospitare fino a 13.500 spettatori nella zona moderna della città, nel distretto di Atasehir. La curiosità è che la prima partita giocata qui dal Fenerbahce nel 2012 fu proprio contro l’Olimpia il 25 gennaio 2012. C’erano oltre 12.000 spettatori. Ma le curiosità non si fermano qui: Nicolò Melli era presente, nell’Olimpia, anche se aveva 21 anni e non giocò in quella gara. Era presente anche Curtis Jerrells, ma nel Fenerbahce. Sarebbe arrivato a Milano due stagioni dopo. L’Olimpia rimontò nell’ultimo minuto riducendo il deficit a due punti su una tripla di Omar Cook. Poi Antonis Fotsis con tre secondi da giocare ha avuto nelle mani la tripla della vittoria, un buon tiro tra l’altro date le circostanze, ma senza trovare il bersaglio.
TRAVEL NOTES – Il primo ostacolo da superare in questa trasferta è rappresentato dal fuso orario, due ore che costringono ad un adattamento repentino e antipatico oppure al tentativo di rimanere con il proprio orologio. L’Olimpia, infatti, è arrivata a Istanbul, dopo quasi tre ore di volo, alle 20.30 locali che però erano le 18.30 nei bioritmi del gruppo. La squadra si è allenata al Mediolanum Forum al solito orario e poi ha raggiunto Malpensa alla spicciolata, dopo il pranzo. Sull’aereo, frutti di bosco e frutta secca, oltre a caffè e spremuta. In trenta minuti, l’Olimpia è arrivata in hotel cenando alle 21.45 locali. Al termine, intervista televisiva per Gigi Datome che a Istanbul è una leggenda, perché in effetti non è frequente in nessun posto che un giocatore stranieri resti con la stessa squadra così a lungo. Per lui stasera ci sarà l’apparizione in EuroLeague numero 250. E’ il ventiseiesimo a tagliare il traguardo. Il primo italiano, davanti a Daniel Hackett e Gianluca Basile.
LO SHOOTAROUND – L’orario è inusuale, le 13:00, ma è una conseguenza del fuso orario. All’arrivo tanti saluti, Melih Mahmutoglu con Melli e Datome, i dirigenti, Maurizio Gherardini con Coach Messina, Coach Pozzecco con Dyshawn Pierre. La prima parte della seduta è tattica, poi si passa ai tiri sui due canestri, il classico discorso del Coach e i tiri liberi che chiudono l’allenamento dopo circa 50 minuti.
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